Nota stampa
della seduta n. 119 antimeridiana del 31 maggio 1996
Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Selis.
Interpellanza n. 220 - Sulle carenze socioassistenziali
rilevate negli istituti di ricovero per anziani di SassariLa situazione di grave disagio nell'istituto "Casa Serena" di Sassari e in altri istituti similari per la esiguità del personale di assistenza è stata denunciata dall'on. Giuseppe Sassu (Progr. Fed.), il quale ha illustrato l'interpellanza con la quale si chiedono iniziative della Giunta e in particolare dell'Assessore alla Sanità per interventi relativi allasistemazione della struttura dell'edificio e per l'aumento degli organici degli istituti.
Il problema è di carattere generale, ha detto l'Assessore alla Sanità Paolo Fadda, e non riguarda soltanto la struttura di Sassari. La Regione ha delegato questo settore ai Comuni, tuttavia l'Assessorato si sta adoperando affinché la USL locale ed il Comune riuniscano le proprie forze per provvedere al personale. Per quanto riguarda la ristrutturazione degli edifici non è invece possibile intervenire.
E' importante invece, ha concluso l'Assessore, che la materia dell'assistenza agli anziani possa essere affrontata e risolta con il Piano socio-assistenziale. In questo senso l'impegno della Giunta è totale.L'interpellante si è detto soddisfatto.
Interpellanza n. 215 sull'applicabilità del sistema
di libera scelta delle prestazioni sanitarie
in strutture pubbliche e private.L'nterpellanza è stata illustrata dall'on. Frau (AN) che ha chiesto all'Assessore alla Sanità l'abolizione delle autorizzazioni preventive richieste dalle USL agli assistiti per la scelta delle prestazioni sanitarie; ha chiesto inoltre di conoscere i motivi per cui l'Assessorato non ha dato risposta ai titolari di laboratori privati di analisi, che si erano detti disponibili a trovare una soluzione transitoria per la gestione attuale ed infine per quale motivo l'accordo a livello nazionale tra gli Assessorati regionali e l'Associazione dei laboratori privati di analisi non sia stato recepito dalla USL di Sassari.
Secondo l'Assessore Paolo Fadda l'interpellante ha sollevato un problema che presenta diversi e complessi aspetti. E' una materia che sta creando incertezze perché è cambiata la legislazione. Certo è che non dovrà permettersi in questo settore il liberismo selvaggio. La materia dovrà essere regolamentata da convenzioni ed accordi, con la premessa-promessa che da parte dell'assessore non c'è e non ci sarà un atteggiamento di pregiudizio nei confronti delle strutture private.
Frau, in sede di replica, ha sostenuto che la struttura pubblica non funziona e che le aziende private, che hanno offerto alternative indispensabili, sobbarcandosi oneri non di piccolo conto, devono essere rimborsate al più presto. Si è perciò dichiarato insoddisfatto.
Interpellanza n. 154 - Montis, sull'adeguamento
del presidio ospedaliero di Ghilarza.Il tema delle strutture ospedaliere, con particolare riguardo per la zona di Ghilarza, è stato affrontato dall'on. Montis (Rif. Com.) il quale ha sottolineato come sia esigenza di civiltà fornire a tutte le zone, specie quelle ad economia prevalentemente agro-pastorale, i servizi sanitari ed assistenziali necessari, anche per ridurre il fenomeno dello spopolamento delle campagne.
Per ciò che riguarda il caso specifico dell'ospedale di Ghilarza, l'onorevole Montis ha proposto l'avvio di una vertenza con lo Stato per difendere il diritto alla salute.Per l'Assessore alla Sanità Paolo Fadda, una vertenza con lo Stato, almeno sul riordino della rete ospedaliera isolana, non è però ipotizzabile. La Giunta ha avviato un processo di razionalizzazione delle strutture sanitarie e, con una programmazione attenta, risponderà tempestivamente alle esigenze ed alle richieste dei sardi.
La risposta dell'Assessore non ha soddisfatto completamente l'interpellante, il quale ha ricordato la specificità della realtà sarda ed ha auspicato scelte politiche adeguate ed in linea con questa realtà.
Interpellanza n. 218 - Bertolotti e più,
sul Consorzio di Bonifica della Sardegna meridionale.Il Consorzio di Bonifica della Sardegna meridionale ha messo in pagamento le bollette suppletive per i consumi idrici del 1991. Il Consiglio regionale, lo scorso anno, ha deciso un contributo straordinario di 3 miliardi per abbattere questi costi aggiuntivi. L'on. Bertolotti (F.I.), presentatore dell'interpellanza, ha lamentato come le società di esazione dei tributi abbiano caricato gli interessi di mora ed abbiano avviato procedure giudiziarie nei confronti degli agricoltori e degli imprenditori agricoli morosi. Come mai dopo tanti mesi non si è fatto nulla?
Alla polemica domanda ha risposto l'Assessore all'Agricoltura, professor Paba, il quale ha dichiarato che non è stato possibile dare attuazione alla legge sugli interventi per la siccità, perché la Comunità Europea non ha ancora dato il proprio parere sul provvedimento che non può essere ancora attuato.
Bertolotti ha ricordato al rappresentante dell'esecutivo come, in sede di discussione della legge sulla siccità, queste perplessità e preoccupazioni erano state avanzate dagli oratori delle opposizioni. ma erano state ignorate, con una certa supponenza, dallo stesso Assessore. I fatti, però, hanno dato ragione alle critiche delle opposizioni.
Interpellanza n. 153 - Biancareddu, Floris
sulla grave situazione della viabilità in Gallura.La Sardegna del Nord Est è priva di autostrade e di strade a scorrimento veloce ed i collegamenti tra i centri della zona si svolgono con estremo disagio su vecchie mulattiere rabberciate con un sottile manto d'asfalto. Di questa situazione ha parlato a lungo l'on. Biancareddu (F.I.) che ha ricordato tra l'altro come la Sardegna sia agli ultimi posti nella graduatoria del sistema viario europeo.
Dopo aver citato alcuni esempi emblematici per descrivere lo stato della rete stradale gallurese, Biancareddu ha chiesto se la Giunta abbia intenzione di intervenire per sanare la situazione.Dichiarandosi d'accordo con l'interpellante, l'Assessore ai Lavori Pubblici Paolo Fadda ha sostenuto che il settore della viabilità è al centro delle attenzioni dell'Assessorato. Ha quindi riepilogato i programmi regionali riferiti alla Gallura, affermando che l'inadeguatezza di alcuni vecchi progetti ha provocato ritardi per la circonvallazione di Olbia e per Golfo Aranci, mentre è previsto un intervento sulla Castelsardo-Santa Teresa. L'ANAS, infine, ha comunicato che realizzerà la Olbia-Tempio, mentre è in corso di perfezionamento la Olbia-Sassari.
L'interpellante ha preso atto delle dichiarazioni dell'Assessore.
Mozione n. 76 - Sul rischio di chiusura
dell'azienda Sarda Espanso di Olbia,
a causa di un vizio burocratico.Molte aziende sarde, alle prese con una grave crisi economica, corrono il rischio di chiudere per intralci di mero ordine burocratico. Ad Olbia, ad esempio, una società non ha potuto usufruire di un finanziamento pubblico nazionale, perchè un impiegato comunale si è dimenticato di firmare un modulo e non è stato possibile applicare le norme sulla incentivazione delle iniziative industriali. L'on. Nizzi, di Forza Italia, ha ricordato questo caso, avvenuto ad Olbia alcuni anni fa e che ha messo in crisi una azienda che aveva un interessante futuro. L'oratore ha, quindi, sollecitato un intervento da parte della Giunta, per rimuovere queste irregolarità formali che provocano notevoli guai agli imprenditori.
La Giunta, ha risposto l'Assessore all'Industria on. Murgia, è ben conscia di questa situazione ed ha chiesto al Governo un'azione incisiva, per giungere ad un confronto ed ad una riorganizzazione dell'intero sistema normativo, nel quale devono operare leggi nazionali, regionali e, specialmente, comunitarie.
L'Assessore ha quindi illustrato le iniziative politiche prese per dare sostegno consistente alle iniziative industriali. Per ciò che riguarda il caso specifico di Olbia, l'Assessore ha anticipato un proprio intervento presso le autorità centrali, per far giungere anche all'industria gallurese i finanziamenti sino ad oggi negati.La risposta dell'assessore Murgia ha soddisfatto Nizzi, primo firmatario della mozione, per il quale l'impegno della Giunta può servire a sbloccare tante situazioni difficili.
Mozione n. 75 - Sui problemi determinati
in Sardegna dal Concordato fiscale.In tutto il Paese sale la protesta contro la macchina fiscale, contro la eccessiva tassazione, contro l'utilizzo di sistemi e di metodi di accertamento che penalizzano, oltre ogni limite, tutti i cittadini. Questi aspetti del Fisco, spesso ingiusti, sono stati affrontato dall'on. Bertolotti, di Forza Italia, il quale ha ricordato come il prodotto pro-capite nel Mezzogiorno sia decisamente più basso, rispetto a quello del Nord e come il carico fiscale che grava sui contribuenti del Sud sia, proporzionalmente, molto più pesante.
L'oratore si è soffermato quindi sul "ricavometro", l'accertamento presuntivo del reddito, che utilizza parametri quantomeno discutibili. La protesta che è esplosa in molte parti d'Italia, quindi, ha una qualche ragione, ma non si possono accettare discriminazioni, accertamenti presuntivi, balzelli di ogni tipo, spesso eccessivi per le possibilità dei cittadini normali.
Da qui, ha concluso l'on. Bertolotti, la necessità di una iniziativa da parte della Giunta, per arrivare ad un fisco più equo ed ad una pressione tributaria più sopportabile.Il malessere nei confronti del fisco è stato esposto anche dell'on. Giuseppe Sassu, del gruppo Progr. Fed., il quale ha ricordato come la pressione fiscale non sia assolutamente adeguata alla realtà delle regioni italiane. La divisione tra il nord-buono ed il sud- cattivo, inoltre, non è assolutamente accettabile, perchè non è vero che l'evasione sia generalizzata nelle zone del malessere, nelle parti d'Italia dove maggiore è la disoccupazione.
Sassu ha quindi auspicato iniziative politiche in grado di garantire i contribuenti onesti. Il federalismo fiscale, forse, può risolvere una parte di queste anomalie. Ma tutto il sistema tributario dello Stato deve essere rivisto, per rimuovere le ragioni del malessere e della rivolta fiscale, che sta dilagando in molte parti d'Italia.Le ragioni della rivolta fiscale sono state esaminate anche dall'on. Casu (F.I.), il quale ha ricordato come il ricavometro sia uno strumento iniquo ed ingiusto, per accertare il reale reddito prodotto. L'esponente di F.I., inoltre, ha affrontato i temi della produzione industriale e della eccessiva pressione fiscale esistente.
Si deve garantire il lavoro, ha aggiunto Casu, per assicurare sviluppo e futuro a tutti gli imprenditori isolani. Servono, dunque, iniziative concrete per tutelare il tessuto produttivo della Sardegna. Questo fisco ingiusto, infatti, tutela la grande impresa mentre spreme i piccoli imprenditori, ed i cittadini comuni, alle prese con leggi ingiuste e costretto a lavorare per colmare la voragine del debito pubblico. La Sardegna deve difendere i suoi cittadini, i suoi imprenditori, la sua possibilità di sviluppo.Bisogna partire dal presupposto - ha detto successivamente l'on. Bonesu (PSd'Az) - che in Sardegna molto spesso le attività commerciali ed artigianali rappresentano un ripiego "per tirare a campare" e non sono dettate da una scelta imprenditoriale. In più esse si trovano ad operare in una area di vasta crisi. Una situazione totalmente differente rispetto alle imprese delle regioni settentrionali per cui anche il sistema fiscale dovrebbe essere differenziato. E' inammissibile che esso colpisca indiscriminatamente ed allo stesso modo le zone ricche e avvantaggiate così come le zone depresse. Pertanto è necessario trovare soluzioni: cambiando il sistema per adattarlo alle diverse realtà.
Su questa valutazione ha concordato anche l'on. Balletto (F.I.), ma ha aggiunto che pensare di cambiare il sistema è pretendere troppo. Questa dichiarazione fatta in premessa è stata poi contraddetta dallo stesso oratore che, al termine del suo intervento, ha ribadito che la Giunta deve adoperarsi presso il Governo affinchè si ottenga per la Sardegna una differenziata applicazione del ricavometro nei confronti degli imprenditori isolani.
Sul sistema dell'accertamento parametrico dei redditi, l'oratore ha parlato a lungo sostenendo che il ricavometro è il segno della resa dello Stato di fronte al fenomeno dell'evasione fiscale. Uno strumento diabolico, ha detto, che rischia di far sparire dal mercato una gran massa di imprenditori sardi. Tra l'altro, ha aggiunto Balletto, il sistema presuntivo è sconosciuto presso i paesi più civili, mentre è in auge nei paesi sottosviluppati; questo fa pensare che l'Italia sia sprofondata nella lista dei paesi del terzo mondo.
L'iniquità del sistema è tale, ha detto ancora Balletto, che le grandi imprese non soggette al ricavometro sfruttano lo Stato che si rifà a sua volta sulle medie e piccole imprese. Tutto ciò porterà all'espandersi della rivolta fiscale anche nelle regioni del Meridione, con una giusta protesta perché si sta sconvolgendo il principio costituzionale che il cittadino contribuisce in base alle proprie capacità di reddito; in pratica il principio da soggettivo è diventato oggettivo per cui si colpiscono le imprese per il solo fatto che esistano.Le imprese sarde sono alle prese con una pesante crisi, causata non solo dalla eccessiva pressione fiscale. La Giunta, ha ricordato l'Assessore al Commercio Lai, non può intervenire in campo fiscale, perché la Sardegna non ha competenza in questo settore. però, per ciò che riguarda gli incentivi e gli aiuti alle imprese, la Regione si è mossa, ha attivato molti strumenti innovativi, in grado di sostenere le imprese e le aziende.
Esaminando il contenuto della mozione, l'Assessore Lai ha auspicato la trasformazione del fisco in un "sistema tributario federale" anche in vista di una trasformazione in senso federalista dello Stato. Certamente, le tasse devono essere pagate, ma devono essere pagate proporzionalmente al reddito, combattendo l'evasione fiscale e colpendo "i santuari" che ora sono forse troppi.
Lai, comunque, ha anticipato che la Giunta si farà portatrice delle istanze emerse in questo dibattito e farà presenti, al Governo nazionale, le proposte e le richieste del Consiglio regionale.Bertolotti, dichiarandosi soddisfatto degli impegni della Giunta, ha sottolineato l'esigenza di interventi a sostegno del rilancio economico, della riduzione del numero dei disoccupati, perché "gli sprechi devono essere ridotti; i costi, anche sociali, devono diminuire. Ed un disoccupato costa troppo, anche in termini di malessere sociale".
L'esponente di Forza Italia ha, quindi, annunciato la presentazione di un emendamento, accolto da quesi tutte le forze politiche, con il quale si chiede un intervento massiccio e tempestivo per ridurre il dramma della disoccupazione.L'emendamento è stato approvato dall'Assemblea.
Mozione n. 69 - Berria - Scano - Marteddu - Balia - Dettori B. - Bonesu
sullo spopolamento dei Comuni della Sardegna.Stiamo assistendo - ha detto l'on. Berria (Progr. Fed.) illustrando la mozione - ad un progressivo spopolamento dei centri dell'Isola. Nel decennio 1961-1971 su 375 Comuni sardi 150 hanno perso il 20 per cento della popolazione, 90 il 30 per cento e 50 il 40 per cento. Questo fenomeno si riferisce in particolare alle province di Oristano, Nuoro e Sassari, ma colpisce anche alcune zone della provincia di Cagliari.
Lo spopolamento dall'interno provoca di riflesso disagi anche nelle città dove il forte inurbamento non è seguito da una adeguata erogazione dei servizi (strade, case, reti elettriche, idriche, scuole, ecc.). Parlare, per quanto riguarda le campagne, di vero e proprio disastro antropologico, ha detto ancora Berria non è un'esagerazione. Tanto più che con l'esodo della gente scompaiono anche dialetti ed usanze che sono propri di quelle microculture che fanno ricca la tradizione storica e linguistica della Sardegna.
Il problema, ha detto ancora Berria, è di coordinare una azione collegiale della Regione con il sistema delle autonomie per riequilibrare il rapporto tra città e campagna. Tale riequilibrio si può ottenere con il rilancio dell'occupazione, delle strutture assistenziali, con l'attuazione della riforma agraria.
Ma per raggiungere gli obiettivi, ha concluso l'oratore, è necessario che la Giunta si impegni ad una serie di iniziative quali: la predisposizione di un rapporto da presentare entro sei mesi al Consiglio sullo squilibrio territoriale, lo spopolamento e la congestione urbana; l'istituzione di un osservatorio permanente che controlli il fenomeno dello spopolamento; la rinegoziazione con il Governo dei parametri sul riordino dello stato sociale; un programma di recupero dei centri urbani là dove è più marcato l'esodo della popolazione.L'analisi sullo spopolamento dei piccoli Comuni, fatta da Berria, è stata condivisa, quasi completamente, dall'on. Floris, capogruppo di F.I.. L'esponente dell'opposizione, infatti, si è dichiarato in disaccordo sulla proposta di creare un osservatorio per lo studio del fenomeno dello spopolamento.
Floris, infatti, ha ricordato come la Giunta disponga già di strumenti operativi, di mezzi di intervento in grado di evitare questo preoccupante fenomeno. Il piano generale di sviluppo, che l'esecutivo si appresta ad elaborare, deve contenere indicazioni serie e mirate: il rilancio dell'agricoltura, il potenziamento dei diversi settori produttivi sono linee nelle quali si deve operare, proprio per evitare la lenta morte di molti piccoli paesi sardi.La mozione illustrata da Berria è stata in parte condivisa dall'on. Montis (R.C.), il quale però ha approfondito alcune delle indicazioni contenute nel documento.
Una delle ragioni del progressivo spopolamento, secondo Montis, è da ricercarsi nella mancanza di lavoro e nella mancata trasformazione del settore agricolo, ancora legato a sistemi produttivi vecchi e superati.
Non esiste inurbamento progressivo e preoccupante, ha aggiunto Montis, perché Cagliari perde abitanti, ma i centri più grossi non sono cresciuti proporzionalmente. Quindi, incidendo sulla situazione economica, nel comparto agricolo, favorendo la creazione di nuovi e stabili posti di lavoro si potrà, in qualche modo, arrestare lo spopolamento di tutti i Comuni isolani. Non serve quindi un osservatorio, bensì scelte politiche incisive, moderne, tempestive, in grado di modificare radicalmente la politica sin qui seguita.L'analisi sul fenomeno svolta finora in Aula - ha esordito subito dopo l'on. Balia (PSFD) - è stata ampia e condivisibile. Il Consiglio regionale non può rimanere insensibile a questa denuncia. Ha il dovere di raccoglierla e di avviare tutte le iniziative che potrebbero bloccare lo spopolamento delle aree interne e alleviare la cogestione dei centri urbani.
Nei paesi dell'esodo, ha aggiunto Balia, esiste certamente un problema di emulazione nei confronti delle città privilegiate, motivato dalla crisi dell'occupazione che ha lacerato quella economia sommersa che assicurava se non altro una sopravvivenza dignitosa. Oggi anche quel sistema è scomparso e con esso è scomparsa anche una cultura che era viva ed essenziale.Nei piccoli centri non esistono cinematografi, biblioteche, luoghi di scambio culturale, non si hanno collegamenti rapidi verso altri centri, mancano spesso anche i servizi elementari: di qui uno stato di malessere che si scarica in primo luogo verso le autorità locali. Che cosa è necessario per fronteggiare questo malessere che rischia di scoppiare? Per Balia sono necessari soldi, molti soldi, per imprimere una svolta incisiva sotto il segno del rinnovamento e dello sviluppo. Ma intanto vanno affrontati quei problemi che sono alla portata dell'azione delle nostre istituzioni.Lo spopolamento dei piccoli comuni non è solo problema marginale, ma è un aspetto del malessere di ampie zone dell'isola, le "zone interne" che sono aree ben determinate e circoscritte. E' un discorso di più ampio respiro, quindi, che investe la qualità della vita, la presenza dei servizi, delle iniziative per il rilancio economico dell'intera Sardegna. Questi i temi sui quali si è soffermata l'on. Ivana Dettori, del gruppo Progr. Fed., la quale ha approfondito particolari aspetti della società sarda.
Lo spostamento verso i paesi costieri, ha aggiunto Dettori, alla ricerca di un lavoro e di nuovi e diversi modelli di riferimento, è forse l'esempio più interessante di questo fenomeno.Ed è operando su questi temi, sul recupero e valorizzazione della cultura tradizionale, sul potenziamento delle strutture scolastiche, sulla radicale modifica del sistema economico sardo che si può incidere in questa realtà. Ma si devono evitare gravi errori commessi nel recente passato, con i diversi tentativi di industrializzazione compiuti anche nel centro dell'Isola, che sono alla base del malessere sociale, della crescente disoccupazione che si registra in molte parti della Sardegna, e non solo di quella centrale.Dopo aver criticato il fatto che la mozione si discute a distanza di cinque mesi dalla data di presentazione, l'on. Pittalis (F.I.), ha affermato che il panorama dei piccoli centri spopolati è desolante. Chi vive in quelle aree può capire, ma deve comprenderle ed agire con forza la Giunta regionale che non si è ancora resa conto dell'entità del fenomeno.
Il problema è tale, ha detto Pittalis, che non si deve far trascorrere un altro solo giorno senza avviare una proposta seria che preveda la rivitalizzazione delle zone colpite dallo spopolamento.Un giudizio decisamente positivo è stato espresso, parlando a nome del gruppo di A.N. dall'on. Biggio. L'esponente di A.N. ha esaminato diversi aspetti del documento in discussione ed ha ricordato come le idee abbiano bisogno di finanziamenti adeguati, di iniziative politiche serie e concrete.
Le strutture necessarie ci sono, ha detto Biggio, ma devono essere messe in condizioni di operare. I tecnici dell'Ersat devono tornare in campagna, a fare il loro lavoro; i trasporti devono essere rapidi e razionali; la sicurezza e le incolumità di tutti, imprenditori ed operatori, deve essere garantita. Serve, quindi, una chiara visione politica e scelte veramente europeistiche.La Giunta, ha affermato successivamente l'on. Palomba, Presidente della Regione, esprime apprezzamento ed adesione alla mozione che ha denunciato un problema che viene da lontano e che deriva da atteggiamenti e situazioni che appartengono al passato.
Palomba ha posto l'accento nelle scelte che la Regione deve fare: se cioè, nella ripartizione delle non abbondanti risorse economiche, si debba sottrarre ad alcuni settori per privilegiarne altri. Occorre per queste difficili scelte molta consapevolezza e altrettanta responsabile volontà. Non è semplice infatti risolvere il conflitto tra il diritto all'identità dei piccoli comuni e la capacità delle risorse della Regione.
Per Palomba, la Giunta lo ha già risolto in parte predisponendo i piani integrati d'area che dovrebbero essere capaci di produrre sviluppo proprio nelle zone dell'interno dell'Isola, nelle quali la piaga dell'occupazione è il primo e vero problema dal quale derivano il degrado e lo spopolamento.Le assicurazioni, gli impegni, le promesse del Presidente della Giunta, il livello del dibattito sono stati considerati positivamente dall'on. Scano (prog. Fed.), il quale ha sottolineato come la mozione, sulla quale hanno espresso giudizi positivi gli oratori di tutte le parti politiche, presenti due aspetti di grande importanza.
Si è discusso, ha detto Scano, non solo di spopolamento dei piccoli paesi, ma di squilibrio nell'evolversi delle realtà sociali sarde.Non si tratta solo di piccoli paesi che muoiono, ma anche di altri centri, più o meno grossi, che crescono disordinatamente.
Il dibattito, però, ha aggiunto Scano, ha fatto emergere anche il drammatico stato della finanza regionale. Quindi, la necessità di intervenire con nuove scelte politiche, con decisioni coraggiose, che permettano al Consiglio di ridiventare il centro propulsore dell' attività politica sarda, la sede nella quale compiere le grandi qualificanti scelte politiche, che devono segnare il riscatto della Sardegna e devono ridare tono e vigore alle attività dell'Assemblea.
A conclusione del suo intervento Scano ha dichiarato di accogliere la proposta dell'on. Floris, di cassare l'ipotesi di istituire un osservatorio, contenuta nella mozione appena discussa.La proposta è stata accolta e la mozione n. 69 è stata approvata all'unanimità.
La successiva mozione, firmata dai consiglieri di F. I. Pirastu, Floris, Granara e Lippi sui "recenti attentati compiuti ai danni del sindaco di Pula" ed illustrata dal consigliere Pirastu (F.I.) ha raccolto l'adesione e la solidarietà di tutti i gruppi del Consiglio, del presidente della Giunta Palomba e del presidente dell'Assemblea Selis.
Su richiesta del consigliere Bonesu (PSd'Az), la mozione sarà tuttavia discussa nella prossima tornata dei lavori del Consiglio, abbinandola ad altre situazioni che hanno visto sindaci ed amministrazioni di numerosi comuni oggetto di attentati dinamitardi o di altra natura.
Il Consiglio sarà
riconvocato a domicilio.