Nota stampa
della seduta n. 117 antimeridiana del 30 maggio 1996

 


Il Consiglio regionale, sotto la presidenza dell'on. Federici e successivamente dell'on. Selis, ha proseguito l'esame del provvedimento con il quale si trasferiscono competenze paesistiche ed ambientali agli enti locali.

P.d.L. n. 119 - DL n. 115 - Sul trasferimento
di competenze paesistiche ed ambientali agli Enti locali.

Il provvedimento, di particolare importanza, è frutto di un attento lavoro da parte della competente Commissione, come ha sottolineato l'on. Piero Usai (Progr. Fed.) presidente della Commissione Lavori Pubblici dell'Assemblea regionale. Questa legge, infatti, favorirà un reale decentramento di norme ai comuni e saranno decisamente più rapidi tutti i diversi passaggi burocratici necessari, per operare nel difficile settore dei beni ambientali e paesistici.

Questa legge è stata giudicata di "grande importanza, in grado di qualificare l'intera legislatura" da parte dell'on. Ferrari, (PSFD). Un provvedimento, tra l'altro, che prevede un giusto equilibrio tra i poteri riservati alla Regione e quelli trasferiti agli Enti Locali. Una divisione di poteri che permetterà, in ogni caso, alla Regione di esercitare il proprio ruolo di controllo, di tutela, di programmazione degli interventi in materia appunto paesaggistica.
Ai comuni, invece, ha aggiunto Ferrari, competerà la concessione delle diverse licenze, salvo quando si parli di iniziative turistiche o di realizzazioni che superino le volumetrie previste dagli standard regionali.Si eviterà, infine, con queste norme la "assoluta incertezza del diritto" alle quali vanno spesso incontro molti operatori, principalmente agricoli, alle prese con norme e strumenti urbanistici diversi, se non contrastanti, esistenti nei diversi comuni dell'Isola.
Certamente, ha concluso Ferrari, con questa legge si potranno avere degli ottimi frutti, anche perché la Regione, con le sue necessarie e previste direttive, potrà uniformare le forme di intervento, di tutela, di utilizzo dell'ambiente naturale sardo, responsabilizzando gli enti locali, i quali dovranno fare scelte coerenti ed adeguate alle diverse realtà isolane.

Che questa legge sia necessaria, per evitare inutili lungaggini burocratiche, lo ha sostenuto anche l'on. Macciotta, (Patto) il quale ha anche sottolineato preoccupazioni e perplessità su alcuni particolari aspetti normativi. Come saranno divisi i compiti ed i poteri tra Regione e comuni? Quali saranno i controlli esercitati ed esercitabili? Quali saranno i rapporti con il ministero competente? si è chiesto Macciotta senza trovare nella legge risposte esaurienti.
Con questa legge, ha concluso Macciotta, sembra che la Regione voglia modificare arbitrariamente le norme nazionali vigenti. Forse si vuole giungere ad una contrapposizione decisa nei confronti dello Stato, per sollevare un caso politico di grande rilevanza.

La validità della legge è stata sottolineata, invece, dal capogruppo PSFD, l'on. Balia, il quale ha giudicato positivo questo primo tentativo di "sburocratizzazione" del sistema di concessioni di licenze e di autorizzazioni edilizie. Attualmente esistono, infatti, troppi controlli e troppi passaggi burocratici, che rendono lunghi e difficili i tempi di realizzazione delle singole opere.
Sarà ora più certo il diritto del singolo cittadino, ha aggiunto Balia, così come sarà possibile agli enti locali gestire, nel modo migliore, il proprio territorio comunale. All'assessorato, comunque, resteranno i poteri di controllo e di programmazione dell'uso del territorio. E questa è una garanzia per la corretta applicazione di norme innovative, ma molto attese da parte degli stessi cittadini e degli amministratori locali.

Dopo le perplessità di Macciotta è arrivato, come una doccia fredda sull'entusiasmo del Consiglio per la legge in discussione, l'intervento dell'on. Marras (F.I.) che ha detto chiaro e tondo che la legge di subdelega ai sindaci sulle competenze, seppur limitate, in materia di tutela paesistica non è proponibile.
Il Governo, ha sostenuto Marras, la rinvierà. E ne ha spiegato i motivi. Si tratta, ha detto, di una violazione dei poteri dello Stato in materia di cui la Sardegna non ha competenze. Fin dall'art. 2 della legge in esame, pur invocando la legge del 39 e la Galasso dell'85, si stabilisce che il ministero deve scomparire e che ad esso si sostituisce l'assessorato regionale; si sancisce che il potere del ministro di annullare il nulla osta regionale o di intervenire in caso di inerzia della Regione viene a cessare.
Come pensare, si è chiesto Marras, di superare il vaglio del Governo o quello della Cosrte Costituzionale? A questo proposito ha ricordato che la stessa Consulta ha rigettato le istanze della regione valdostana circa i contenuti della legge Galasso, nonostante che Aosta abbia per statuto competenza primaria sul paesaggio.
Marras ha aggiunto che per ottenere poteri primari si devono aprire contenziosi con lo Stato, oppure sperare nel federalismo che verrà, ma non ci si può affidare ad un provvedimento che avra vita brevissima.
Dopo aver citato altri motivi di incostituzionalità presenti nella legge, Marras ha affermato che una regione che pretende di essere "pilota" nella tutela del paesaggio non può cadere nella trappola di questo provvedimento. "Ed è per questi motivi, ha concluso, e non per mera opposizione, che non voterò a favore del progetto di legge".

Alle affermazioni di Marras ha risposto l'Assessore alla pubblica istruzione on. Serrenti (Psd'Az) e lo ha fatto non solo come rappresentante della Giunta, ma anche e soprattutto con lo spirito del sardista e con la titolarità che gli proviene dall'aver firmato il progetto di legge per le sub deleghe ai sindaci.
Serrenti ha cominciato da lontano, sostenendo che il paesaggio è uno dei quegli elementi che, insieme alla propria storia e alla lingua, caratterizzano un popolo, tanto che la materia è stata collocata presso il Ministero dei beni culturali, Lo Stato ha ritenuto di dover prevedere alcune eccezioni accordando competenze primarie in materia ad alcune regioni, tra cui Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige.
La Sardegna, probabilmente per una svista o forse per una sottovalutazione del problema, ha detto ancora Serrenti, non ha goduto di tale eccezione quando fu approvato lo Statuto sardo. Ma nel dibattito successivo tale lacuna è emersa con forza ed è stata anche in parte colmata allorchè, riconoscendo la specificità della Sardegna, è stato abolito il regime del doppio nulla-osta. Con la legge Galasso il doppio visto è ritornato in auge.
Serrenti ha quindi ricordato all'Aula che circa un anno fa fu votato un ordine del giorno con il quale si rivendicavano maggiori potestà sul paesaggio, rivendicazioni che traevano forza dal fatto che l'Isola si era dimostrata all'avanguardia nella tutela del suo territorio, in grado quindi di operare al meglio senza il padrinato dello Stato. E d'altronde, ha aggiunto, gli sconci che stanno sotto i nostri occhi si sono avuti con la legge Galasso e prima del varo dei piani paesistici sardi, che hanno posto sotto tutela circa il 60 per cento del territorio isolano.
L'Assessore, dopo aver citato numerosi esempi di disagio continuo e pressante "che fanno dell'Isola il regno dell'invivibilità" ha aggiunto che anche l'approvazione di questa legge fa parte delle battaglie fatte nella convinzione di essere nel giusto diritto. Peraltro, il provvedimento in esame prevede un decentramento per molti versi molto limitato, considerato che le decisioni dei sindaci riguarderanno quei piccoli problemi che oggi aggravano il lavoro dell'apparato regionale. Le grosse tematiche continueranno ad essere appannaggio della Regione che potrà seguirle con maggiore impegno e con più celerità.
In conclusione, Serrenti si è detto fiducioso che il Governo approvi la legge: "se ciò avverrà faremo un passo in avanti, non solo nella qualità dei rapporti tra cittadini e istituzioni, ma anche tra le stesse istituzioni".

Di particolare interesse, nel corso dell'esame degli articoli, il dibattito che si è aperto sui poteri e sulle competenze specifiche della Regione nella gestione e tutela dei beni ambientali e paesistici.

L'on. Bonesu (PSd'Az) ad esempio, ha ricordato il diritto della Regione sarda di chiedere il completo riconoscimento delle sue competenze, proprio in materia di tutela del paesaggio.

L'on. Macciotta (Patto), dal canto suo, ha chiesto una maggiore chiarezza nella stesura degli articoli del provvedimento per evitare contrasti e rinvii.

Alcune modifiche, anche per mostrare una reale attenzione alle norme ed alle politiche comunitarie, sono state proposte dall'on. Paolo Fois (Progr. Fed).

Sugli articoli e sui relativi emendamenti sono intervenuti, anche più volte, gli onorevoli Bonesu, Macciotta, Paolo Fois, Serrenti (Assessore alla Pubblica Istruzione), Diana, Locci, Ballero, Scano, Salvatore Sanna, Ferrari, Amadu.

Il Capogruppo di F.I. Floris ha chiesto lo scrutinio segreto nella votazione del provvedimento.

Si è proceduto quindi alla votazione che ha dato il seguente risultato: presenti 72, votanti 71, astenuto 1, voti favorevoli 47, voti contrari 24. Il rpvvedimento è stato così approvato.

Prima della chiusura dei lavori, il Consiglio, su richiesta dell'on. Balletto (F.I.) ha approvato la fissazione dei termini in 30 giorni per la discussione in Aula della proposta di legge n. 203 sulle norme di contabilità generale.

 


Il Consiglio proseguirà i lavori
nel pomeriggio alle ore 16,30.

 

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