Nota stampa
della seduta n. 116 pomeridiana del 29 maggio 1996

 


Il Consiglio regionale, sotto la presidenza dell'on. Selis, ha proseguito i lavori nel pomeriggio concludendo l'esame della nuova legge sui rapporti tra la Regione e le Università sarde.

Proposta di legge n. 29 - Legge quadro
sui rapporti tra la Regione e le Università della Sardegna

In materia di istruzione universitaria la Sardegna ha una "competenza integrativa" rispetto a quella dello Stato. La Regione ha legiferato, a più riprese, in questo campo per intervenire a favore degli atenei isolani. E' apparso necessario, quindi, riordinare questi interventi ed è stata proposta questa legge quadro,, proprio per mettere ordine in una materia così delicata quale è quella dell'attività, didattica e di ricerca, delle istituzioni universitarie sarde.

Nel corso del dibattito e nella illustrazione dei diversi emendamenti, proposti al testo in discussione, è emersa la necessità di fissare l'entità dei finanziamenti regionali, indicandoli nella legge finanziaria di ogni anno; l'esigenza di istituire un fondo per le Università; l'opportunità di programmi di intervento triennali.

Dopo la illustrazione dei diversi emendamenti e delle differenti posizioni politiche, la proposta di legge è stata approvata. Nel dibattito sono intervenuti, anche più volte, gli onorevoli Paolo Fois (Prog. Fed.), Macciotta (Patto), Biggio (A.N.), Masala (A.N.), Bonesu (Psd'Az), l'assessore Sassu e Zucca (Prog. Fed).

La votazione del PL n. 29, avvenuta col sistema elettronico, ha dato il seguente risultato: presenti 66, votanti 65, SI 64, astenuti 1, nulli 1.

 


Proposta di legge n. 85 - Modifiche della L.R. 23 gennaio 1986, n. 19,
sui contributi per favorire le attività delle Confederazioni
delle imprese artigiane e commerciali
sul problema dello sviluppo economico e sociale.

In questi ultimi anni le Confederazioni artigiane hanno svolto un ruolo fondamentale, per favorire la nascita, l'attività, lo sviluppo delle attività artigiane e delle piccole imprese, che si sono dimostrate tra le più vive ed attive nel panorama economico sardo.

Per potenziare questa attività di promozione economica e sociale, la Regione, con una apposita legge, aveva previsto l'erogazione di contributi, per sostenere l'attività delle organizzazioni che operano in questo difficile settore. Quelle norme, però, per il naturale evolversi della realtà sociale isolana hanno bisogno di alcune modifiche.
Proprio per avviare a numerosi inconvenienti, tra i principali la mancata erogazione di contributi a vantaggio di alcune organizzazioni, è stata predisposta una nuova legge, con la quale si vogliono modificare i criteri e le regole da seguire per poter accedere a questi contributi.

Il relatore del provvedimento, l'on. Secci (PPI), ha illustrato le finalità di questa proposta di legge, indicando i benefici effetti che il potenziamento delle strutture associative e confederali potrebbero avere, favorendo un ulteriore potenziamento del settore dell'artigianato.
Per ottenere questo scopo, inoltre, Secci ha ricordato come l'impegno finanziario regionale non sarebbe eccessivo, mentre favorirebbe il reale sviluppo di un comparto di grande interesse economico e sociale, ed ha concluso sostenendo la necessità di una rapida approvazione della legge.
Dopo il relatore ha preso per primo la parola l'on. Bonesu (PSd'Az) il quale ha fatto notare all'Assemblea che con questa legge si sta andando in controtendenza rispetto alle linee d'azione del Consiglio e della Giunta, linee che vanno verso l'abolizione o la riduzione di tutte le spese. Tanto più, ha detto, che questo provvedimento prevede contributi non agli artigiani ma alle organizzazioni burocratiche che fanno capo agli artigiani.
Bonesu ha infine contestato l'aumento del contributo previsto in legge.

Anche l'on. Marina Concas (RC) si è detta contraria al progetto di legge. Ha affermato anzi che le ultime leggi a favore degli artigiani non hanno portato loro alcun giovamento, ed ha citato a questo proposito la legge n. 40 (che ha portato tante imprese al fallimento) e la legge n. 51 (che non ha certo creato occupazione).
Anziché leggi inutili, ha detto ancora, sarebbe opportuno varare norme che limitino la pressione fiscale sugli artigiani. Concas ha inoltre criticato il metodo indicato per la ripartizione dei contributi, che si basa sul numero dei seggi ottenuti da ogni organizzazione nelle Commissioni provinciali.
Annunciando il voto contrario del suo gruppo, l'oratrice ha anche espresso dubbi circa illeciti commessi in passato proprio nella ripartizione dei contributi, assegnati in base al numero dei tesserati indicati dalle confederazioni.

Per l'on. Cugini (Progr. Fed.) la legge è invece non solo utile, ma necessaria in quanto grazie al contributo regionale le associazioni di categoria sono in grado di erogare una serie di servizi indispensabili ai propri soci.Si tratta di servizi vari, che vanno dall'assistenza generica a quella relativa a problemi fiscali e legali, alle informazioni di tipo tecnologico, ecc.
L'importanza del provvedimento, ha sostenuto Cugini, risiede nel fatto che i contributi verranno erogati a tutte le associazioni secondo parametri precisi; tuttavia il criterio di ripartizione previsto dalla legge non è convincente e deve essere rivisto: esso si basa infatti su i risultati delle elezioni del mondo dell'artigianato. Elezioni, ha precisato, che si sono svolte l'anno scorso dopo ben 15 anni di stasi.
Concludendo, l'oratore ha sintetizzato in tre punti il suo intervento: attenzione per le minoranze fra le organizzazioni, certezza di legge per il rinnovo delle Commissioni provinciali dell'artigianato ed infine riserva sull'aumento dei contributi.

In attesa di una seria politica di revisione di tutta la legislazione vigente, ha detto successivamente l'on. Masala (AN), il provvedimento in discussione appare necessario, soprattutto se i contributi sono finalizzati all'erogazione dei servizi che le organizzazioni di categoria devono dare ai propri associati e non. Gli artigiani, ha precisato, non sono più in grado di seguire da soli l'enorme quantità di leggi e disposizioni statali e regionali che vanno ad intrecciarsi con la normativa comunitaria. Hanno necessità di assistenza in tanti settori e questo servizio è assicurato dalle organizzazioni, alle quali va il contributo regionale solo e soltanto se esso sarà utilizzato per gli scopi indicati in legge.

D'accordo con le finalità della legge si è detto anche l'on. Falconi (Progr. Fed) che ha criticato l'intervento del consigliere Concas nel punto in cui affermava che con i contributi della legge la Regione paga le tessere agli iscritti alle organizzazioni di categoria. Critico anche nei confronti di Bonesu in merito all'aumento del fondo contributi, portato con il provvedimento a poco più di due miliardi.

Favorevole alle legge si è espresso il gruppo di F.I. per il quale è intervenuto l'on. Oppia. Secondo l'oratore la legge offre sufficienti garanzie circa il buon esito dei contributi. Sono infatti indicati con precisione i fini ed è previsto da parte della Regione il controllo affinché i fondi vengano utilizzati per gli obiettivi previsti.

Ha concluso la discussione generale l'assessore al turismo e artigianato Salvatore Lai il quale ha ribadito che il ruolo delle associazioni è estremamente positivo e che i contributi della Regione servono per aumentare la loro capacità di erogare assistenza e servizi. L'assessore ha riconosciuto che in passato, tra gli aventi diritto, non sono state incluse alcune associazioni, ma ha sostenuto che il provvedimento in discussione potrà fare finalmente giustizia, ponendo tutte le federazioni in una posizione di parità. In questo senso, ha concluso, il progetto di legge è notevolmente migliorativo. Sempre che l'assessore sia di stimolo affinché le elezioni per le commissioni provinciale per l'artigianato abbiano cadenze più ravvicinate.

Conclusa la discussione generale si è passati all'esame degli articoli, ai quali sono stati presentati numerosi emendamenti. Sugli articoli e sugli emendamenti sono intervenuti gli onorevoli Falconi (Prog. Fed.), Bertolotti (F:I:), Secci (Ppi), e Bonesu (Psd'Az).
Prima del voto conclusivo, il presidente del gruppo misto on. Amadu ha chiesto la votazione a scrutinio segreto.
L'on. Secci (PPI) ha stigmatizzato il ricorso al voto segreto, un "tentativo vile" per far cadere una legge a lungo esaminata e discussa in Commissione. L'attività politica è cosa ben diversa, ha concluso Secci, e le opinioni politiche vanno dichiarate e difese palesemente, non nel segreto dell'urna.

La votazione a scrutinio segreto ha avuto il seguente risultato: presenti 62, votanti 60, astenuti 2, SI 40, NO 20.

 


P.L. n. 8 - Contributi per l'organizzazione delle principali
manifestazioni tradizionali a carattere regionale.

Su richiesta del presidente della Commissione Bilancio, on. Onida (Ppi), il Consiglio ha deciso di rinviare l'esame del provvedimento. La Commissione Finanze potrà, quindi, approfondire meglio gli aspetti finanziari della proposta di legge.

 


P.L. n. 129 - DdL n. 151 - Sul trasferimento ai comuni
in materia di tutela paesistica.

Gli Enti locali, in materia urbanistica, sono chiamati ad applicare norme e regolamenti estremamente farraginosi. Alla macchina burocratica regionale, invece, sono stati riservati molti adempimenti che, di fatto, ne paralizzano l'attività.
La conservazione e la tutela delle bellezze naturali, invece, deve essere precipuo compito degli enti locali. L'on. Bonesu, del PSd'Az, illustrando il testo unificato di questo progetto di legge, con il quale si intende trasferire ai sindaci, alle singole amministrazioni comunali, parte dei poteri regionali, ha sottolineato proprio la validità di questo aspetto particolare, quello del decentramento amministrativo e del trasferimento di compiti e poteri agli enti locali.
E' necessario trasferire queste funzioni ai comuni, ha sottolineato Bonesu, perchè le popolazioni devono poter controllare le decisioni degli amministratori locali; devono poter decidere l'utilizzo delle bellezze e risorse naturali dei territori, nei quali vivono. Un decentramento amministrativo che ha, quindi, significativi risvolti politici. Una legge di notevole importanza, per la crescita democratica degli enti locali.

Dopo la relazione dell'on. Bonesu è intervenuto l'on. Amadu (Gruppo Misto) per dichiararsi favorevole al principio espresso dal provvedimento in discussione, cioè l'effettivo, anche se limitato decentramento di competenze, che avvicina finalmente i cittadini alle autonomie locali.
Si tratta, è vero, ha aggiunto Amadu, di un timido tentativo rispetto alle necessità più volte denunciate di piena delega delle competenze ai sindaci ed alle amministrazioni locali, ma è già qualcosa: è l'inizio di un ampliamento delle responsabilità nei confronti degli enti locali e degli enti decentrati. Occorre tuttavia, da parte dei legislatori sardi, una maggiore necessità nella contrattazione con lo Stato per la rivendicazione di tutte le competenze che ci provengono dalla carta statutaria.

Anche l'on. Cucca (Progr. Fed.) si è detto soddisfatto di poter discutere in Aula il problema della sub deleghe ai sindaci. Ciò significa, ha aggiunto, che si sta cominciando a riconsiderare la posizione della Regione in merito alle sue competenze statutarie.
Addentrandosi nel merito del provvedimento l'oratore, dopo aver accennato ai disagi derivati al cittadino da un abnorme accentramento dei poteri alla Regione, ha sottolineato i vantaggi che deriveranno dalla approvazione della legge sia all'apparato burocratico regionale (che sarà alleggerito notevolmente) e sia alle comunità locali che, non solo potranno decidere autonomamente in una materia che li riguarda da vicino, ma potranno avviare un processo di sviluppo del loro territorio senza incorrere negli immancabili intoppi e ritardi dovuti alla lentezza degli organi regionali.

Il tema del decentamento amministrativo e "del federalismo interno", ha caratterizzato anche l'intervento dell'on. Locci (A.N.) Il gruppo di A.N. infatti ha presentato proprio uno specifico progetto di legge in materia di trasferimento dei compiti amministrativi agli enti locali. Argomenti di grande importanza, che condizionano di fatto lo sviluppo di molte parti dell'Isola.
Esaminando, nel particolare, il provvedimento con il quale si trasferiscono le competenze in campo paesistico ai comuni sardi, l'esponente di A.N. ha ricordato come "non sempre le autorizzazioni regionali in materia urbanistica, specie in altri periodi, siano state giudicate positivamente". Con questo provvedimento, invece, si potrebbero snellire gli iter burocratici e garantire controlli più attenti e tempestivi. Il testo in esame, comunque, ha concluso Locci, può essere ulteriormente migliorato, ma è senza dubbio una buona base sulla quale lavorare, per giungere ad un reale decentramento amministrativo.

Il presidente Selis, dopo una rapida consultazione con la conferenza dei Capigruppo, ha informato l'assemblea che i lavori sono aggiornati a domani con la prosecuzione dell'esame della proposta di legge sulle sub deleghe ai sindaci e, successivamente, con la discussione del provvedimento sull'abusivismo in materia di artigianato.

 


I lavori del Consiglio proseguiranno
domani alle ore 9,30.

 

Alla pagina delle sedute dell'Assemblea