Nota stampa
della seduta n. 110 antimeridiana del 29 febbraio 1996

 


Il Consiglio ha ripreso i lavori questa mattina sotto la presidenza dell'on. Cherchi.

In apertura di seduta sono state date le comunicazioni riguardanti:

 


La Vicepresidente Cherchi ha letto quindi due lettere, pervenute poco prima alla presidenza: la prima dell'assessore Alberto Manchinu, che ritira la propria adesione al gruppo di Rifondazione Comunista e la seconda dell'on. Nardino Degortes, anch'egli del gruppo di Federazione democratica che aderisce al gruppo Comunista.

E' stata quindi richiesta una breve sospensione da Alleanza Nazionale e Forza Italia per valutare la nuova situazione.

 


Mozione n. 74 - F.I. e A.N.
su adesione Manchinu
a Rifondazione Comunista.

Alla ripresa dei lavori si è sviluppato un serrato dibattito sull'eventuale decadenza della mozione a seguito della lettera di Manchinu.

Se per le opposizioni (Floris, Bertolotti di F.I., Masala e Biggio di A.N.) la mozione è tuttora valida in quanto non ne sono mutati gli aspetti politici (Degortes è infatti Questore del Consiglio) per gli esponenti della maggioranza, il progressista Scano, Marteddu del PPI, Balia di Fed. Democratica e Bonesu del PSd'Az., la mozione non è discutibile in quanto superata dai fatti, a meno che non venga modificata con emendamenti.

L'on. Montis (R.C.) dal canto suo ha ricordato che il suo gruppo non fa parte della maggioranza, mentre per Vassallo (Gruppo Misto) dovrebbe essere il Consiglio ad esprimersi sulla accoglibilità del documento.

A seguito dell'annuncio da parte dei firmatari della mozione di presentazione di emendamenti, il Presidente ha sospeso nuovamente i lavori.

Gli emendamenti sono stati successivamente illustrati dall'on. Bertolotti (F.I.) il quale ha affermato che la modifica non cambia la sostanza in quanto le stesse motivazioni dell'adesione di Manchinu a R.C. permangono anche per la decisione di Degortes.

Secondo l'on. Masala (A.N.) intervenuto successivamente, la mozione deve essere discussa subito perché non è venuto meno il problema politico sollevato. Lo stesso Manchinu parla nella sua lettera di revoca e di significato politico del suo gesto, e se vi è un atto politico vi devono essere anche conseguenze politiche che l'aula deve valutare per poi decidere.
Masala ha insistito su questa posizione sottolineando che il gruppo di R.C. è stato sciolto il 1° febbraio per cui non esisteva quando l'on. Manchinu ha fatto richiesta di adesione a quel gruppo. Quella richiesta doveva essere perciò dichiarata inammissibile dal presidente, che ha invece mostrato ieri di voler accettare un artificio per mantenere in piedi il gruppo comunista ed oggi di voler evitare il dibattito sul problema.
Concludendo, Masala ha detto che nasce il sospetto che le finalità di questo atto politico debbano ricercarsi in accordi elettorali e non possano essere ascritte a nobile manifestazione di solidarietà.

Gli spostamenti di componenti dell'Ufficio di Presidenza non riguardano la maggioranza: su questo punto l'on. Bonesu (PSd'Az) è stato categorico. La mozione non era condivisibile nel testo originario, lo è ancora di meno in quello definitivo, perché Degortes è stato eletto Questore al di fuori degli accordi di maggioranza, senza l'apporto del PSd'Az.
Perché, ha chiesto Bonesu, non si è sollevato il medesimo problema quando l'on. Vassallo - che è segretario del Consiglio - è passato da R.C. al Gruppo Misto? Non ha senso chiedere una verifica della maggioranza, formata da 5 gruppi ai quali risponde, mentre R.C. è all'opposizione, quindi, ha concluso l'esponente sardista, la mozione è inaccettabile.

Per l'on. Boero (A.N.), i fatti accaduti dimostrano che è cominciata la campagna elettorale, ed è inutile che Bonesu chiami fuori sé e il suo partito. D'altro canto il gruppo del PSd'Az ha una rappresentanza in Giunta spropositata rispetto alla sua consistenza. Per Boero ci sono accordi che mirano a favorire la campagna elettorale di Antonello Cabras, ex presidente della Giunta.
Il problema di R.C. deve essere risolto attraverso il Regolamento, non con "giri di valzer" che coinvolgono Assessori e Questori ed evocano i fantasmi della prima Repubblica. La mozione ha una forte sostanza politica, ha concluso Boero rilanciando accuse di tatticismo e trasformismo politico in chiave elettorale alla maggioranza.

Lon. Marteddu (PPI), dopo aver annunciato che il suo gruppo voterà contro la mozione emendata, ha invitato l'Aula al rispetto delle prerogative dei Consiglieri ed alla funzione essenziale dei gruppi nell'ambito del regolamento che il Consiglio stesso si è dato. Ma ha messo in evidenza che il dibattito che si è sviluppato intorno al caso Manchinu-R.C. sta di fatto bloccando l'attività del Consiglio.
"Avverto, ha detto Marteddu, un degrado dell'attività dell'Assemblea, una paralisi che deriva dalla commistione che si sta facendo tra campagna elettorale ed operativa dell'assemblea: occorre prendere coscienza di questo fatto ed assumersi le conseguenti responsabilità".
Secondo Marteddu è sotto la lente dei sardi il fatto che si stiano consumando dei riti che di fatto servono soltanto a rallentare o addirittura interrompere i lavori del Consiglio in materia di legiferazione.Per quanto riguarda il dibattito sulla mozione, Marteddu ha affermato che il problema è stato rimosso e che di conseguenza è caduta la ratio della mozione. Esiste invece il problema di una revisione del regolamento attuale, il quale è figlio di una stagione passata che vedeva ideologie decisamente contrapposte: verso questa revisione tendono sia la maggioranza che l'opposizione, ed infatti si sta lavorando ad essa con il contributo di tutti.
Infine, riferendosi al problema sollevato dall'on. Masala circa la consistenza della maggioranza, l'oratore ha precisato che la sua composizione è chiara, è stata ribadita dal Presidente della Giunta ed è stata anche sottolineata dal gruppo di R.C. che rivendica a tutt'oggi il suo ruolo di opposizione.
Non è ammissibile, ha concluso Marteddu, che F.I. e A.N. chiedano una verifica sulla maggioranza: a loro spetta al massimo il compito di chiedere la caduta della Giunta.

Successivamente, l'on. Pittalis (F.I.), ha fatto notare che le regole devono essere rispettate da tutti gli schieramenti. "Ci rammarichiamo per lo scioglimento di R.C., ma dobbiamo prenderne atto per il rispetto che portiamo al Regolamento. Le regole alle volte appaiono crudeli".
In merito al caso Manchinu, Pittalis ha detto che si è assistito ad un teatrino della politica, soprattutto in seguito alla lettera di revoca dell'assessore e alla adesione a R.C. di Degortes. A questi marchingegni politici è l'Aula che deve dare una risposta: i cittadini sardi devono assolutamente sapere chi ha governato e chi governa, a chi è da addebitare lo sfacelo che la Sardegna sta vivendo e, infine, se R.C. sia o no a pieno titolo parte integrante di questa maggioranza che sorregge la Giunta.

Gli aspetti prettamente politici della vicenda sono stati approfonditi anche dall'on. Amadu, presidente del gruppo Misto. Il passaggio prima dell'assessore Manchinu, poi del consigliere Degortes al gruppo di Rifondazione comunista, ha ribadito Amadu, rientrano in una serie di accordi politici che vanno ben oltre la vita e l'attività dell'Assemblea regionale. E' giusto, infatti, che gli uomini politici abbiano posizioni ed iniziative di questo tipo. Ma perché non dire chiaramente cosa si intende fare e perché non operare con chiarezza, alla luce del sole?
I consiglieri regionali, ha aggiunto Amadu, così come tutti i rappresentanti del popolo chiamati a fare parte delle diverse assemblee elettive, hanno "legittimità" a dire ed a prendere tutte le iniziative politiche che vogliono, ma per rispetto verso i loro elettori devono agire con grande chiarezza e coerenza.
Per Amadu il passaggio di Degortes al gruppo di Rifondazione Comunista, infatti, altera l'attuale situazione consiliare e modifica la composizione della maggioranza che sorregge la giunta in carica. Vengono modificati, infatti, i rapporti esistenti all'interno delle diverse commissioni e devono variare gli assetti interni di molti organi consiliari.
"E' giusto che RC possa godere delle prerogative consiliari che spettano ai gruppi, ha aggiunto Amadu, ma perché allora non modificare il regolamento che regola la vita dell'assemblea e perché non farlo con grande chiarezza? La verità è che questa è una manovra esclusivamente politica" ed è preoccupante che ciò avvenga in un momento particolarmente importante, quale è quello che precede una consultazione elettorale. Sarebbe stato, quindi, più opportuno dire le cose con chiarezza, proporre le modifiche del regolamento interno ed assumersi, in pieno, le proprie responsabilità.

Lo stesso tasto è stato battuto anche dall'on. Casu,(F.I.), il quale dopo aver confessato "di non capire troppo queste manovre ed alchimie politiche" si è chiesto con quale coerenza un assessore possa aderire ad un gruppo che contrasta la giunta della quale fa parte. Lo stesso problema se lo dovrà porre, ora, il consigliere Degortes il quale, in Aula ed in commissione, potrà intervenire come esponente di Federazione Democratica e come componente del gruppo di Rifondazione Comunista.
Dopo aver ribadito tutta la sua personale solidarietà agli esponenti di RC, per il loro diritto a svolgere un ruolo politico autonomo, Casu ha concluso dicendo che il problema, in ogni caso, deve " essere risolto in modo diverso e nella sede più opportuna, quale è, appunto, la giunta per il regolamento".

Ma come è possibile condurre una battaglia politica in una situazione di grande confusione, quale è quella attuale? Se lo è chiesto l'on. Montis, di Rifondazione Comunista, difendendo il diritto del proprio gruppo politico ad una autonomia completa, nella vita dell'Assemblea regionale.
Le battaglie politiche si fanno alla luce del sole, ha detto Montis, perché sono e devono essere manifestazioni limpide del proprio credo ideologico. Come si sarebbero potute conciliare le posizioni di Rifondazione Comunista con quelle degli altri consiglieri iscritti al gruppo Misto se proprio le proposte politiche di RC non sono più condivise dagli onorevoli Aresu e Vassallo, i quali proprio per questo contrasto hanno abbandonato il gruppo originario? Come si sarebbe potuto lavorare con chiarezza e coerenza, all'interno di un gruppo i cui aderenti avevano ed hanno posizioni politiche così distanti?
Questa, quindi, ha aggiunto Montis, è una operazione politica limpida, perché grazie alla generosità degli esponenti di Federazione Democratica il gruppo di Rifondazione Comunista, che anche i recenti sondaggi accreditano di una forza superiore all'otto per cento, potrà svolgere il suo autonomo ruolo politico. L'adesione dell'onorevole Degortes, quindi, non è altro che un autentico "gesto democratico" ed il riconoscimento di una situazione esistente nello scenario politico nazionale.

Di ben diverso avviso l'on. Marracini,(F.I.), il quale ha rivendicato alla sua parte l'onore di aver sollevato un caso di "malcostume politico", tipico della Prima repubblica. La verità, ha aggiunto, è che le decisioni vengono prese fuori dal Palazzo, in base a strategie che poco hanno a che fare con la vita e l'attività del Consiglio. Gli accordi per le candidature alle prossime elezioni politiche, infatti, non devono assolutamente interessare il Consiglio regionale, chiamato a dare risposte concrete alle crescenti richieste della società sarda.

Secondo l'on. Vassallo (Gruppo Misto) quando il Consiglio deve decidere su un problema politico rilevante quale quello in discussione è necessario che si abbiano tutti gli elementi per poterlo fare.
"In questa farsa, ha detto, esistono delle verità che non sono state riferite. La prima è che quando il Presidente del Consiglio ha annunciato al gruppo Misto che in seguito alla decadenza di R.C. era necessario nominare i rappresentanti per le Commissioni, noi del gruppo Misto, nonostante i colleghi Montis e Concas non fossero intervenuti, abbiamo ugualmente lasciato a quel gruppo tre commissioni. La seconda è che sebbene avessimo cercato di evitare lo scioglimento di R.C. chiedendo al capogruppo Montis se fosse possibile una convivenza con i "contestatori" (cioè lo stesso Vassallo e Aresu), Montis rispose che ciò non era possibile, accettando evidentemente che il gruppo venisse cancellato dal Consiglio".

Vassallo ha concluso sottolineando che finché è in vigore l'attuale regolamento consiliare, le norme non possono essere violentate. Si riveda il Regolamento nel suo complesso e non soltanto relativamente all'art. 20; non è infatti ammissibile che a seconda delle contingenze politiche si modifichi uno strumento regolamentare così importante. Nell'ordine del giorno, che ha annunciato di aver presentato alla Presidenza chiede, appunto, la sollecita revisione della normativa consiliare per adeguarla alle mutate condizioni sociali e politiche nel loro complesso.

Il Presidente dell'Assemblea ha interrotto quindi i lavori aggiornandoli al pomeriggio. Sono previsti numerosi altri interventi sui problemi sollevati dalle mozioni delle opposizioni.

 


I lavori del Consiglio proseguiranno
nel pomeriggio alle ore 16,30

 

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