Nota stampa
della seduta n. 107 pomeridiana del 21 febbraio 1996

 


Con la discussione di interpellanze e mozioni sono proseguiti nel pomeriggio i lavori del Consiglio regionale presieduto dall'on. Selis.
In apertura di seduta il Presidente ha comunicato di aver inviato il 1° febbraio una lettera agli Onorevoli Montis e Concas, di Rifondazione Comunista con la quale il Gruppo viene meno a norma di Regolamento e pertanto i due esponenti vengono fatti confluire nel Gruppo Misto.

L'on. Montis, nel prendere la parola, ha rivolto un accorato appello al Presidente e ai Consiglieri chiedendo di sanare la cancellazione del suo Gruppo sulla base di un Regolamento obsoleto che impedisce la legittimazione di un Gruppo composto da Consiglieri regolarmente eletti dalla volontà popolare. E' una questione che investe l'essenza della democrazia, ha sostenuto l'on. Montis che ha respinto quella che definisce una discriminazione. I regolamenti non possono essere strumenti senz'anima, per di più quando Camera, Senato e tante altre assemblee elettive prevedono diverse regole che tengono conto delle formazioni politiche regolarmente elette.
Pur esprimendo un profondo senso di amarezza, l'on. Montis si è detto fiducioso che la coscienza dei Consiglieri troverà una soluzione per ripristinare il diritto di rappresentanza e cancellare quella che ha definito un'ingiustizia.

All'intervento di Montis si è unito anche l'altro Consigliere di Rifondazione, l'on. Marina Concas che ha denunciato la sua estromissione dalla Commissione Industria, vista come una prevaricazione maschilista nei suoi confronti, con atteggiamenti offensivi non solo nei suoi confronti, ma verso tutte le donne presenti nelle Istituzioni.

Il Consiglio si è quindi occupato dei problemi relativi alle dighe, sollevati da un'interpellanza presentata dagli onorevoli Balia, Ballero, Degortes e Ferrari di Federazione Democratica.
Nell'illustrare il documento, l'on. Balia - che ha affermato la necessità di trovare una rapida soluzione per i problemi sollevati dall'on. Montis - ha precisato che il documento non deve intendersi come un "siluro" nei confronti della Giunta, ma semmai come un contributo per cercare soluzioni ad un aspetto intimamente legato alla storia e alla cultura della Sardegna.
Occorre un momento di riflessione sul Piano acque e sul futuro utilizzo di questa risorsa, ha sostenuto Balia. Più che dare corso alla costruzione di nuove dighe, si dovrebbe cercare di utilizzare al meglio le strutture esistenti, accelerando le procedure di collaudo che consentirebbero di sfruttare tutte le capacità potenziali degli invasi. Il mancato collaudo, infatti, costringe a svuotare le dighe che oggi vengono usate per un terzo della loro capacità.
Pur dando atto alla Giunta di aver colto la gravità del problema, Balia ha infine esposto dubbi sulla effettiva utilità della diga di Monte Nieddu che assicurerebbe un flusso irrisorio rispetto alle reali capacità del territorio, ed ha infine concluso chiedendo alla Giunta una ulteriore riflessione.

Nessun "siluro", ha risposto Paolo Fadda. Assessore ai lavori Pubblici, anzi, è necessario che su un argomento di tale importanza si mantenga vivo il confronto ed il dibattito. L'Assessore ha risposto puntualmente alle osservazioni di Balia, elencando le caratteristiche e i dati dei 31 invasi esistenti. I collaudi talvolta non si sono potuti fare per i ritardi da parte degli Enti concessionari. Per di più le norme per i collaudi sono codificate da leggi nazionali che richiedono un coordinamento tra Regione, Prefetti e Servizio nazionale dighe, ha sostenuto l'Assessore, che ha quindi sottolineato la necessità di arrivare ad un governo complessivo della risorsa acqua e quindi alla gestione coordinata delle strutture esistenti.
Per quanto riguarda i nuovi impianti, l'Assessore ha affermato che con un finanziamento di 1264 miliardi si prevede il completamento degli impianti i cui lavori sono in corso da anni. Di nuovo c'è solo Monte Nieddu, con un finanziamento della Comunità europea. Per tutti gli altri impianti è in corso una revisione sulla base dei dati degli ultimi anni. Si dovrà comunque arrivare ad un sistema integrato di dighe, serbatoi e collegamenti che sia in grado di garantire 1 miliardo di metri cubi all'anno, ha concluso l'Assessore.

Prendendo atto delle dichiarazioni dell'Assessore, l'on. Balia si è dichiarato soddisfatto, pur ribadendo la necessità che la Giunta si impegni ad accelerare gli iter per i collaudi e a coinvolgere il Consiglio nella riflessione necessaria rispetto ai nuovi impianti previsti.

 


Il tema delle risorse idriche e delle dighe è stato quindi ulteriormente sviluppato nel corso della discussione su una specifica mozione, respinta in seguito da un voto dell'Assemblea, presentata dagli onorevoli Bertolotti, Floris, Marco Tunis, Lippi, Randaccio, Biancareddu, Casu, Milia, Granara, Lombardo, Marracini, Nizzi, Pittalis e Pirastu di Forza Italia.

L'agricoltura è in ginocchio, ha sostenuto l'on. Bertolotti nell'illustrare il documento, ma i problemi riguardano anche il settore industriale e turistico. In altre parti del mondo si riescono a colonizzare i deserti, ma da noi c'è la beffa di bacini dai quali si butta via l'acqua quando sono troppo pieni. La capacità totale degli invasi è di oltre 1 miliardo e 200mila milioni di metri cubi, ma si raccolgono solo 600 milioni dimetri cubi a fronte di una esigenza di circa 700 milioni di metri cubi.
Se gli invasi potessero lavorare al massimo, la raccolta potrebbe bastare per tre anni, ha sostenuto Bertolotti. Non si possono fare i collaudi per la "psicosi Vajont"? Allora si impegni la Giunta a cercare i tecnici in ambito europeo e a chiedere il superamento delle normative attuali per rendere più agevoli le procedure. E' tempo di decisioni coraggiose, ha concluso l'esponente di Forza Italia.

Intervenendo nella discussione sulla mozione, l'on. Bruno Dettori (Patto Segni), ha ricordato come questo problema si trascini da anni, con uno stato di emergenza continua, che ha penalizzato in modo particolare l'intera agricoltura sarda.
Per Dettori la soluzione deve essere cercata con nuovi impianti e con un collegamento tra di essi che garantisca la possibilità di travasare dall'uno all'altro le eventuali eccedenze, oltre che con una lotta agli sprechi.

Anche per l'on. Bonesu (Psd'Az) è necessario rimeditare il Piano acque alla luce di quanto è emerso di nuovo negli ultimi anni. per quanto riguarda le nuove dighe, Bonesu ha messo in guardia contro il rischio di localizzazioni errate.
Per l'on. Balia, che è intervenuto sui collaudi, le procedure per i collaudi devono essere modificate con nuove leggi. La mozione così com'è, ha concluso, non può essere accettata, a meno che non si trasformi in una raccomandazione alla Giunta.

Di parere opposto l'on. Balletto (F.I.), per il quale da troppo tempo si parla di acqua, di dighe, di risorse idriche senza che alle parole seguano i fatti. Se la mozione dovesse essere solo una raccomandazione non cambierebbe niente.

L'Assessore ai Lavori Pubblici, Paolo Fadda, rispondendo per la Giunta, ha affermato che il governo delle acque si potrà fare solo con un unico gestore e non con gli attuali 42 enti. Dopo aver contestato i dati forniti da Bertolotti, Fadda ha sostenuto la necessità della interconnessione fra gli impianti. Oggi manca almeno 1 miliardo di metri cubi, ha detto l'Assessore, e l'Agricoltura, proprio per la sua specificità, richiede certezze pluriennali. La Giunta sta impegnandosi al massimo ma non si possono saltare le procedure per i collaudi, che implicano responsabilità penali.

Infine il Presidente della Giunta, Palomba, ha respinto gli impegni contenuti nella mozione. Possiamo accettare solo una raccomandazione in questo senso, mentre stiamo operando con serietà ed impegno, ha sostenuto il Presidente, e il Piano delle dighe andrà avanti.

 


L'adeguamento delle norme sanitarie regionali a quelle del Piano nazionale, l'attuazione di una più incisiva campagna di vaccinazione collettiva, per meglio prevenire alcune gravi malattie che colpiscono specialmente i bambini, sono state sollecitate dal professor Aniello Macciotta, del Patto Segni, primo firmatario di una mozione, la n. 67, con la quale si sollecita "l'attuazione di campagne vaccinali contro il morbillo, la rosolia, la parotite e la pertosse".
In questi ultimi anni, ha ricordato l'esponente del Patto, nel campo della prevenzione e nella preparazione dei vaccini si sono fatti notevolissimi passi in avanti. Grazie alla ricerca ed alle tecniche produttive particolarmente sofisticate sono , attualmente, disponibili vaccini praticamente privi di effetti collaterali. Intervenire, quindi, con operazioni massicce di vaccinazione, attuando anche in Sardegna il progetto obiettivo "tutela materno-infantile", non far pagare i ticket a coloro che si sottopongono alle vaccinazioni di questo tipo, potrebbe avere notevoli benefici per la salute dei sardi. E si realizzerebbe anche notevoli risparmi, perchè si ridurrebbero i costi economici e sociali sopportati a causa di queste malattie, che colpiscono i bambini, ma non esclusivamente soggetti in giovanissima età.
Includere nel piano sanitario regionale la vaccinazione obbligatoria contro morbillo, pertosse, parotite e rosolia, quindi, sarebbe una scelta socialmente molto interessante e particolarmente utile.

L'iniziativa dell'on. Macciotta e degli altri consiglieri del Patto Segni è stata giudicata molto positivamente anche dall'on. Sergio Marracini, di Forza Italia, il quale ha sottolineato la valenza sociale di queste campagne di prevenzione collettiva, in grado di garantire notevoli benefici alla intera popolazione sarda, alle prese con forme anche cruente e "particolarmente pericolose" di queste malattie infettive.

Anche l'esponente di Forza Italia ha, quindi, sollecitato l'esecutivo a prendere iniziative concrete in questo campo ed ad inserire, nei programmi della Regione, interventi di così grande importanza sociale. Queste proposte sono state pienamente accolte dall'assessore alla Sanita, l'on. Paolo Fadda, il quale ha comunicato che l'esecutivo regionale, in tempi brevissimi, approverà una delibera con la quale si favoriranno le opportune iniziative per avviare una campagna di vaccinazione collettiva, proprio per prevenire le malattie infettive di questo genere.

 


I rapporti tra Consiglio e Giunta regionale sono stati al centro di un breve intervento dell'on. Benedetto Ballero, del gruppo PSFD, il quale ha sottolineato come spesso gli ordini del giorno, le risoluzioni approvati dall'Assemblea vengano ignorati o disattesi dall'Esecutivo regionale. Recentemente, ha sottolineato il consigliere regionale, l'assessore Sassu avrebbe segnalato, ai sindaci dei capoluoghi di provincia della Sardegna, la definizione del programma per la realizzazione di una rete per la distribuzione del metano in alcune città dell'isola.
Ma il Consiglio, si è chiesto l'on. Ballero, non aveva deciso di approfondire ulteriormente il problema della metanizzazione della Sardegna? Se gli indirizzi decisi dall'assemblea non trovano riscontro nell'azione della Giunta, il lavoro dei consiglieri è del tutto inutile. Una più tempestiva applicazione delle norme del regolamento interno dell'assemblea, proprio nella parte che riguarda il controllo sull'azione della Giunta, potrebbe in futuro evitare questi inconvenienti.

Il vicepresidente Federici ha accolto questa raccomandazione ed ha assicurato una maggiore attenzione, da parte degli organi assembleari ai quali è affidato questo compito, nei confronti dell'attività della Giunta regionale.

 


I rapporti con la Giunta, invece, sembrano tranquilli per quel che concerne gli adempimenti necessari per predisporre "nuove norme di attuazione dello Statuto speciale" della Sardegna. Su questo argomento alcuni consiglieri regionali, primo firmatario l'on. Ballero, hanno presentato una mozione, la n. 65, che è stata discussa ed approvata.
Illustrandone il significato e l'importanza, l'on Ballero ha ricordato come i poteri attribuiti alla Sardegna siano esercitabili concretamente solo dopo l'emanazione delle "necessarie norme di attuazione, che hanno la funzione di disciplinare il passaggio dei poteri, di personale e di ulteriori risorse finanziarie dallo Stato alla Regione". La Prima commissione consiliare, su questo argomento, ha approvato alcune risoluzioni con le quali chiedeva all'Esecutivo di predisporre e di trasmettere al Consiglio, per la loro definitiva approvazione, nuove norme di attuazione dello Statuto, per tutte quelle materie nelle quali la competenza non era ancora compiutamente passata all'amministrazione regionale.
Ma queste proposte non sono ancora pervenute e le potestà della Sardegna sono, dunque, ancora ridotte. Eppure, con la completa attuazione dello Statuto, alla Regione potrebbero essere attribuiti poteri ben maggiori di quelli esercitati attualmente.
Questa è una iniziativa politica di portata eccezionale, secondo Ballero, perché "se affrontata con serietà, permetterà alla Sardegna di raggiungere obiettivi di autonomia forse insperati". Ma in ogni caso occorrono tempestività e decisioni politiche serie, se non si vuole ancora una volta perdere tempo.

Una preoccupazione, questa, condivisa anche dall'on. Paolo Fois, del gruppo PF, il quale ha ricordato come la presenza della Sardegna, nel vasto scenario europeo, può avere un peso ed un grande significato politico solo se le norme dello "Statuto autonomistico" trovano piena e completa attuazione.

Un tema caro, questo dell'attuazione dello Statuto sardo, anche all'on. Bonesu, del gruppo del Psd'Az., il quale ha lamentato, però, una scarsa attenzione verso questi problemi. Solamente la Giunta in carica sembra, infatti, avere un certo interesse per la compiuta attuazione delle norme statutarie: Ma si è perso troppo tempo e forse se ne continua a perdere. E la Sardegna, che cerca in Europa un diverso ruolo ed una considerazione maggiore, corre il rischio di perdere anche le poche possibilità che le si offrono.

Sulla necessità di attuare tutte le norme, per avere la maggiore autonomia possibile, si è detto d'accordo lo stesso presidente della Giunta, Palomba, il quale però, ha anche ricordato come quella sarda non sia una burocrazia "asburgica, austriaca o francese" e che , quindi, non riesce a dare risposte concrete e tempestive a tutti i problemi che deve affrontare. Il "quotidiano", quindi, prevale anche su questi grandi temi.
La Giunta, comunque, ha avviato un lento e faticoso processo di adeguamento delle sue strutture ed ha iniziato il lavoro preparatorio necessario per la predisposizione delle norme di attuazione dello Statuto speciale che ancora mancano. Norme che verranno discusse e concordate nell'ambito della commissione paritetica Stato-Regione, che potrebbe proseguire i suoi lavori anche dopo lo scioglimento delle Camere.
Il presidente dell'Esecutivo si è, quindi, impegnato a ricercare rapporti più stretti con il Consiglio ed ha anche garantito che sarà data "pratica e tempestiva applicazione alle decisioni dell'Assemblea sarda".

 


Molta parte della seduta è stata dedicata alla discussione di una mozione unitaria del Consiglio in materia di controllo sulla attività degli Enti strumentali della Regione. Illustrando il documento, Ballero (PSFD) ha ricordato che il Consiglio aveva impegnato la Giunta con l'art. 30 della Legge n. 20 del 1995 a presentare relazioni trimestrali sui bilanci, sulle attività, le spese e i ricavi degli Enti della Regione e delle società a partecipazione regionale. Tali relazioni sono indispensabili affinché il Consiglio possa procedere all'attuazione della legge di riforma strutturale degli Enti strumentali. Poiché - ha detto Ballero - entro il 30 giugno 1996 scade la proroga degli amministratori nominati nello scorso ottobre, è importante che questo adempimento, che finora la Giunta non ha rispettato, venga ottemperato nel più breve tempo possibile.

Intervenendo successivamente l'on. Masala (A.N.) ha voluto richiamare la Giunta e il Consiglio sul contenuto politico di quell'art. 30 della Legge n. 20 che, mettendo in accordo maggioranza e opposizione, aveva consentito lo sblocco della discussione sulla riforma degli Enti. Ma si è chiesto anche se sia il caso per il futuro di programmare delle intese anche con la presenza della Giunta e non solo tra membri del Consiglio.In tal modo l'Esecutivo verrebbe maggiormente coinvolto e non disattenderebbe i contenuti degli accordi.

Successivamente l'on. Bonesu (Psd'Az), nel riconoscere che la Giunta non ha rispettato gli impegni a suo tempo presi , ha detto che se si rispondesse tempestivamente alle interrogazioni si eviterebbero discussioni e perdite di tempo in Consiglio. Nel caso specifico, è necessario che le relazioni trimestrali vengano effettuate periodicamente affinché l'Assemblea disponga di più elementi possibili per procedere alla riforma degli Enti.

L'on. Marracini (FI) ha ricordato al Presidente che è stato presentato un ordine del giorno riguardante il blocco della mensa dell'ERSU, (anche questo Ente della Regione) e ha chiesto che venga discusso in questo contesto, ma il capogruppo del Progressisti Scano ha puntualizzato che la Giunta è soffocata da documenti di impegno, come quello presentato da Marracini sull'ERSU, che impediscono di fatto la sua attività. Ha affermato anche che se è vero che si deve svolgere un serio controllo sull'attività della Giunta bisognerebbe però regolamentare anche quella del Consiglio. Troppi sono gli impegni e gli adempimenti chiesti all'Esecutivo per cose che non sono essenziali per la vita stessa della Regione. Ha chiesto al Presidente dell'Assemblea di dichiarare se l'ordine del giorno Marracini possa essere discusso in questa fase dei lavori.

Intervenendo subito dopo, Palomba si è rammaricato del fatto che la Giunta non sia in grado di adempiere nei tempi richiesti a tutti gli impegni richiesti dal Consiglio, ma ha assicurato che un'attività ricognitiva sul problema degli enti strumentali è già stata impostata e che intorno alla metà di marzo un'ampia relazione potrà essere trasmessa al Consiglio.

Il Presidente Federici, riferendosi all'ordine del giorno sull'ERSU ha rimesso la decisione all'Aula, affermando che l'argomento non è del tutto estraneo a quello della mozione sugli Enti strumentali e ha dato all'on. Marracini la facoltà di illustrarlo. Il documento prende in esame lo sciopero dei lavoratori addetti alla mensa studentesca e entra nel merito della legittimità o meno del contratto d'appalto sottoscritto dall'ERSU e da una società emiliana.

L'on. Serrenti, Assessore alla Pubblica Istruzione, è intervenuto per ricordare le varie fasi di interessamento da parte del suo assessorato al problema della mensa studentesca, e per invitare a non cadere nelle facili strumentalizzazioni. Secondo l'Assessore il problema sollevato dall'ordine del giorno è complesso ed appare comunque come una vera e propria vertenza di lavoro nella quale le parti si sono dimostrate rigide e indisponibili ad una trattativa. E' convinto, comunque, che entro febbraio si possa raggiungere un accordo restituendo così agli studenti il servizio di mensa. In caso contrario la Giunta si adopererà per trovare soluzioni alternative, ma, ha precisato, non si può chiedere all'Esecutivo di entrare in un campo per il quale non ha facoltà di intervento.

Anche l'on. Gianfranco Tunis (Ppi), ha chiesto l'intervento della Regione per risolvere la vertenza ERSU ed ha dichiarato di essere favorevole all'approvazione dell'ordine del giorno.

A questo punto l'on. Scano ha dichiarato che il suo gruppo avrebbe votato contro il documento se non fosse stato riformulato in maniera diversa e reso accettabile da parte della Giunta. Il Presidente , dal canto suo, ha tenuto a precisare il senso della sua decisione circa l'ammissibilità dell'ordine del giorno nel corso della discussione sulla mozione sugli Enti strumentali.

L'on. Biggio /A.N.), rifacendosi al precedente intervento di Scano ha ammesso che sta perdendo piede l'abitudine di presentare documenti di impegno per motivi anche di non grande interesse. Ha soggiunto che su questo problema si deve fare un'attenta riflessione ed ha affermato che l'ordine del giorno Marracini, deve essere approvato in quanto rappresenta un ulteriore impegno per la Giunta .

Intervenendo nuovamente, Bonesu ha ricordato che la Giunta ha poteri di controllo ma non di operatività nelle questioni dell'ERSU e che il documento può essere votato solo se si chiede al Governo regionale di fare qualcosa che gli è concesso fare e cioè se si tratti di verificare la legittimità o meno del contratto d'appalto.

Messo in votazione l'ordine del giorno non è stato approvato, mentre è stata approvata a maggioranza la mozione sull'attività degli Enti strumentali.

 


Il Consiglio quindi ha preso in esame la mozione a firma Boero e più, sulla protesta degli agricoltori per la crisi del settore e sulla conseguente occupazione di numerosi municipi della Sardegna.

La mozione è stata illustrata dall'on. Marco Tunis (F.I.), il quale, dopo aver ricordato le tensioni esistenti in tutta la Sardegna che hanno portato ad episodi conflittuali, in particolare a Uta, Masainas, Calasetta e Decimoputzu, ha invitato tutto il Consiglio a prendere posizione per un forte impegno a favore dei lavoratori della terra oberati da gravi indebitamenti con gli istituti di credito.
Il sistema agropastorale è al tracollo, ha aggiunto Tunis, e la Regione deve intervenire tempestivamente per bloccare i procedimenti esecutivi da parte delle banche. Secondo l'on. Tunis sarebbe opportuno istituire una commissione di inchiesta per verificare la regolare attuazione delle leggi regionali che prevedono agevolazioni a favore del credito agrario. E' anche necessario convocare una riunione straordinaria del Consiglio per approfondire il problema dell'indebitamento e cercare soluzioni adeguate.

Sulla convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio si è detto d'accordo anche l'on. Lorenzoni (Ppi), il quale ha però precisato che è assolutamente inutile votare la mozione in quanto la Commissione agricoltura sta svolgendo un'indagine su queste tematiche e perchè documenti similari sono stati già votati dal Consiglio. Ha spiegato all'Assemblea la vera entità del fenomeno dell'indebitamento in agricoltura che, ha detto, è inferiore alle cifre sbandierate dalle organizzazioni di categorie e pertanto può essere risolto con interventi regionali neanche eccessivamente onerosi.

Converge su questa posizione anche l'on. Bonesu (Psd'Az) che ha anche raccomandato al Consiglio di evitare per l'avvenire di far leva sugli aspetti demagogici dei problemi portati in Assemblea. Non si può infatti chiedere alla Giunta di intervenire laddove le è impossibile (vedi il blocco dei procedimenti esecutivi) nè si deve drammatizzare il problema dei pignoramenti (che sono necessarie forme di garanzie richieste dalle banche e che non impediscono l'attività dell'imprenditore che ne sia soggetto) nè si può richiedere commissioni di inchiesta la cui istituzione spetta esclusivamente al Consiglio.

Per l'on. Biggio (A.N.) la chiave di lettura della mozione è rappresentata dal fatto che devono cessare l'abitudine di non rispettare gli impegni e le direttive formulati dal Consiglio. L'on. Petrini (Patto) si è invece rivolta all'assessore all'agricoltura perché venga approfondito il fenomeno del mutamento avvenuto nel settore della agricoltura in Sardegna dove le colture tradizionali sono state abbandonate per inseguire altri tipi coltivazioni che non si adattano alle condizioni climatiche dell'Isola.

L'on. Liori (A.N.) parlando delle occupazioni spontanee dei comuni da parte degli agricoltori ha affermato che questi episodi avvengono quando non si danno risposte tempestive alle esigenze dei lavoratori. I problemi del settore agricolo derivano da un'errata politica svolta negli ultimi decenni, derivano da un eccesso di burocratizzazione, dai problemi del fisco, della siccità, della gestione delle acque nel territorio. Ma se per alcuni di tali problemi non c'è possibilità di intervenire in quanto dovuti a calamità naturali, per la questione del credito e dell'esasperato indebitamento si può invece tentare dispiegare tutte le energie della Regione.

Polemico come sempre l'on. Boero (AN), è intervenuto per accusare l'assessore all'agricoltura e il Presidente della Giunta di giocare sulla "pelle" degli agricoltori. Ha dichiarato di essere favorevole alla mozione.

L'on. Marrocu (Progr. Fed.) invece ha affermato che il documento non deve essere approvato poiché non possono essere condivisi gli impegni richiesti alla Giunta. Secondo l'oratore il tema dell'indebitamento deve essere affrontato tempestivamente e la Commissione ha già proposto un documento in tal senso per la Giunta. Ciò che l'Esecutivo deve però fare è aprire una vertenza con il Governo sul problema delle risorse erogate in occasione di calamità naturali. Da Roma, ha aggiunto, sono arrivati solo risibili fondi rispetto ai danni subiti dagli agricoltori della Sardegna.
La crisi però, ha concluso Marrocu, è legata al pessimo andamento climatico di questi ultimi anni, ma anche alla debolezza della struttura agricola sarda. Si deve intervenire, ha concluso l'oratore, per sanare le esposizioni bancarie delle aziende. Ma bisogna farlo dopo un attento esame, per accertare quali possano stare sul mercato e quanto possano reggere la concorrenza degli operatori italiani ed esteri. Quelle che non sono in grado di produrre in termini economici, quindi, non debbono essere ulteriormente aiutate.

Questa posizione non è stata condivisa dal capogruppo di AN, l'on. Masala, il quale, dopo aver rilevato alcune "preoccupanti contraddizioni nelle posizioni del collega Marrocu" ha ribadito le proposte del suo gruppo per affrontare la grave crisi che ha colpito le campagne sarde. L'agricoltura è la vera ricchezza della Sardegna e su di essa si deve puntare. Le banche devono sostenere tutti i settori produttivi isolani e devono essere particolarmente sensibili alle esigenze di coloro che operano nel settore primario.
Molto critico nei confronti del Banco di Sardegna e della Banca di Sassari, pronti a concedere ampi crediti sulla fiducia nelle piazze del nord, mentre in Sardegna chiedono garanzie elevatissime, l'esponente di AN ha proposto interventi immediati, presso gli istituti di credito isolani,minacciando anche la revoca del servizio di tesoreria, nel caso queste banche non si mostrassero disposte, immediatamente, a venire incontro alle richieste degli agricoltori sardi.
Per Masala, le iniziative contenute nella mozione, quindi, possono permettere di superare questa grave crisi e devono essere immediatamente attuate dall'esecutivo regionale.

Iniziative immediate e concrete sono state sollecitate anche dall'on. Silvestro Ladu (Ppi), il quale ha ricordato come, la settimana scorsa, nel corso di una seduta della Quinta commissione, alla presenza dell'assessore Paba e delle organizzazioni professionali agricole, sia stato fatto il punto sugli interventi regionali. E come l'esponente della Giunta, in quella occasione, avesse confermato di aver avviato un confronto con gli istituti di credito, per giungere alla sospensione delle esecuzioni nei confronti degli agricoltori. Servono anche altri interventi, ha sottolineato però l'esponente del PPI, perché il mondo agricolo ha grandi potenzialità, ma ha bisogno di ammodernarsi, per diventare il volano dello sviluppo dell'Isola.

Le proposte contenute nella mozione presentata dalle opposizioni, di fatto, sono state condivise dallo stesso assessore regionale all'Agricoltura. Il prof. Paba, infatti, replicando agli intervenuti nel dibattito, ha ricordato come sia stato avviato un confronto con gli istituti di credito che hanno promosso le azioni giudiziarie contro gli agricoltori e come siano allo studio una serie di iniziative per sostenere i settori maggiormente in crisi.
Se si vuole incidere realmente nel settore primario, ha sottolineato il responsabile della politica agricola della Giunta Palomba servono immediati interventi strutturali. Altrimenti, tra qualche anno ci si scontrerà con una crisi ancora peggiore. La Giunta, quindi, ha chiesto il blocco per sei mesi delle esecuzioni immobiliari; ha deciso di istituire immediatamente un comitato tecnico per il credito; sta elaborando un programma per il rilancio dei settori in crisi. Ma si deve intervenire anche nell'agro-industria, si deve fare in modo che le aziende restino sul mercato e riprendano a produrre ricchezza. Tutto questo sarà fatto chiedendo interventi allo Stato e alla Comunità europea. Rispettando, però, quelle che sono le norme nazionali e comunitarie, che impongono regole e limiti ben precisi agli interventi di sostegno ad un qualunque settore produttivo. Comunque la Regione non si tirerà indietro e terrà fede agli impegni presi col mondo agricolo sardo.

Sulla mozione, per alcune puntualizzazioni, sono intervenuti numerosi consiglieri, quindi il Presidente di turno, on. Federici ha aggiornato i lavori a domani mattina, con la conclusione del dibattito sulla mozione di FI e di AN sulla grave crisi del comparto agricolo sardo.

 


I lavori del Consiglio proseguiranno
domani alle ore 10

 

Alla pagina delle sedute dell'Assemblea