Interpellanza n. 6/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interpellanza n. 6/A

MANCA Desire’ Alma sull’indisponibilità, da parte dell’ADMO Sardegna, di un immobile da adibire a sede regionale e sul conseguente rischio dell’interruzione delle attività istituzionali dell’Associazione.

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La sottoscritta,

premesso che:
– il 16 maggio 1987, presso la Cattedra di genetica medica dell’Università di Cagliari, è nato il Registro sardo dei donatori di midollo osseo (RSDMO) con l’obiettivo di andare incontro ai pazienti privi di un donatore familiare;
– si trattava del primo registro di donatori di midollo osseo in Italia, al quale ha fatto seguito, soltanto due anni dopo, il Registro italiano dei donatori di midollo osseo (RIDMO);
– l’Associazione donatori di midollo osseo (ADMO) è un’associazione onlus riconosciuta, iscritta nel Registro generale del volontariato, nata in Sardegna il 19 novembre 1987 al fine di incoraggiare la donazione di midollo osseo e di cellule staminali emopoietiche in generale e di contribuire alla realizzazione e alla crescita del RSDMO, attraverso un’azione di informazione e promozione tesa al reclutamento dei donatori;
– l’ADMO è stata fondata per iniziativa del prof. Licinio Contu, che, insieme a Giorgio La Nasa e a Carlo Carcassi, il 31 agosto 1987 ha eseguito il primo trapianto di midollo osseo in Sardegna salvando la vita a un paziente affetto da una grave forma di leucemia;
– sempre sotto la guida del prof. Contu il 2 novembre 1992 nell’Isola è stato effettuato con successo il primo trapianto di midollo osseo al mondo da donatore non familiare in un paziente talassemico, allora eseguito nonostante il parere negativo del Registro italiano e del Gitmo (Gruppo italiano trapianti di midollo osseo), che lo ritenevano non ammissibile;
– sin dalla sua nascita, l’azione dell’ADMO è stata determinante per il successo ottenuto in Sardegna nell’attuazione del RSDMO;
– infatti, il RSDMO è da molti anni il miglior registro regionale d’Italia per numero di donatori in rapporto alla popolazione residente, dato che attualmente conta quasi 28.000 donatori;
– la maggior parte dei donatori iscritti nel RSDMO è stata reclutata grazie all’azione promozionale svolta dal direttivo e dalle 32 Sezioni comunali dell’ADMO distribuite capillarmente sul territorio regionale;
– tuttora l’ADMO e il suo presidente-fondatore proseguono incessantemente e instancabilmente l’attività di informazione e promozione della donazione di midollo osseo sia con gli adulti che presso i più giovani, attraverso incontri nelle scuole;

considerato che:
– tuttavia, nel 2015 l’ADMO è stata privata della storica sede regionale di Cagliari, sita nei locali di un immobile di proprietà della provincia che erano stati concessi, fino a quel momento, gratuitamente in uso all’Associazione;
– l’ADMO è stata allontanata dai predetti locali in quanto presumibilmente non in grado di corrispondere un canone di locazione come prescritto dal decreto del Presidente della Repubblica 13 settembre 2005, n. 296 (Regolamento concernente i criteri e le modalità di concessione in uso e in locazione dei beni immobili appartenenti allo Stato), che non annovera le onlus tra i soggetti legittimati a richiedere la concessione a titolo gratuito dei beni immobili demaniali e patrimoniali;
– si tratta di un ente senza scopo di lucro le cui entrate sono costituite dai contributi degli associati e dalle liberalità dei sostenitori esterni e che, pertanto, non può far fronte alle spese connesse all’acquisto o alla locazione dell’immobile da adibire a sede regionale per lo svolgimento delle attività istituzionali di coordinamento delle sezioni territoriali;

ritenuto inconcepibile che l’ADMO rischi, a causa del suddetto problema organizzativo, di dover interrompere le proprie attività, di evidente interesse pubblico a tutela e promozione del diritto fondamentale alla salute non solo dei sardi, ma anche dei pazienti extra-Regione, dato che in trent’anni il Registro sardo ha consentito 216 trapianti da donatori volontari, di cui 98 a Cagliari per malati sardi, 70 per pazienti italiani e 48 per esteri;

rilevato che con la Deliberazione n. 50/3 del 16 ottobre 2015 la Giunta regionale ha deciso di prevedere l’istituzione, nel compendio immobiliare ubicato in Comune di Cagliari, località Monte Urpinu, denominato ex 68° Deposito carburanti, di una cittadella della solidarietà e del volontariato, demandandone la gestione alle onlus e alle istituzioni, fondazioni e associazioni non aventi scopo di lucro;

considerato che, se è vero che ai fini della concessione dei locali in questione la predetta deliberazione ha richiamato espressamente i limiti posti dal già citato decreto del Presidente della Repubblica n. 296 del 2005, tuttavia è entrato in vigore, nel frattempo, il decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo settore, a norma dell’articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106), che all’articolo 71, comma 2, prevede che lo Stato, le regioni e province autonome e gli enti locali possano concedere in comodato, per un periodo massimo di 30 anni, beni mobili ed immobili di loro proprietà, non utilizzati per fini istituzionali, a tutti gli enti del Terzo settore, ad eccezione delle imprese sociali, per lo svolgimento delle loro attività istituzionali e che, infatti, nella successiva deliberazione della Giunta regionale n. 49/31 del 9 ottobre 2018 si legge che, “proprio in ragione della detta riforma, anche in previsione della individuazione degli enti cui dovranno essere assegnati gli altri locali della Cittadella della solidarietà e del volontariato” è necessario “avviare una approfondita analisi anche delle modalità di affidamento degli immobili regionali in favore dei predetti enti assicurando forme di preferenza che tengano conto dei seguenti criteri generali:
– rilevanza sociale dell’interesse perseguito ed essenzialità del servizio reso;
– capillarità e diffusione in ambito regionale, valutata anche in ragione degli associati;
– valutazione qualitativa e quantitativa degli effetti delle attività svolte sulla comunità di riferimento e ricadute del progetto in rapporto alle esigenze del territorio;
– trasparenza dell’ente (da verificarsi sulla scorta dei bilanci sociali e rendicontazioni) e correttezza nella gestioni dei rapporti con fornitori ed utenza”,

chiede di interpellare il Presidente della Regione e la Giunta regionale per sapere se non ritengano necessario e urgente intervenire al fine di assicurare la prosecuzione delle attività dell’ADMO Sardegna contribuendo a risolvere il problema logistico connesso all’attuale indisponibilità, da parte dell’Associazione, di un immobile da adibire a sede regionale, anche in coerenza con la ratio e le finalità dell’articolo 71, comma 2, del decreto legislativo n. 117 del 2017.

Cagliari, 26 aprile 2019

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