Interpellanza n. 40/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interpellanza n. 40/A

MELE – GIAGONI – SAIU – CANU – PIRAS – ENNAS – MANCA Ignazio sull’urgenza di verificare la grave situazione in cui versa la sanità oristanese ed i disservizi conseguenti alla situazione segnalata.

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I sottoscritti,

premesso che da diverso tempo giungono segnalazioni allarmanti circa la situazione di grave disagio che interessa i presidi ospedalieri della ASSL di Oristano;

rilevato che le criticità evidenziate riguardano la generalità delle Unità operative funzionanti al di sotto del loro effettivo potenziale, riducendo notevolmente la capacità di risposta alle esigenze del territorio;

atteso che le criticità ed i disservizi riguardano, in particolare, la grave carenza numerica del personale assegnato alle singole Unità operative;

rilevato inoltre che i requisiti organizzativi del personale parrebbero al di sotto degli standard organizzativi previsti dalla normativa vigente in tema di accreditamento ponendo a rischio la funzionalità delle Unità operative stesse;

atteso che, dalla situazione descritta nel seguito della presente, le carenze numeriche del personale non consentono l’utilizzo delle strumentazioni a regime, venendo meno ogni giustificazione circa l’ingente investimento effettuato con l’acquisizione degli stessi, oggi fermi o sottoutilizzati per la difficoltà effettiva di organizzare i turni del personale specializzato e qualificato allo scopo;

rilevato che quanto sopra descritto delinea una situazione di evidente contraddizione con le finalità stesse del SSR sotto il profilo dell’efficacia e dell’efficienza;

visto:
– il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modifiche ed integrazioni, “Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421”;
– il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017, recante “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all’articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502”;

viste le leggi regionali di seguito elencate:
– la n. 10 del 2006, e successive modifiche ed integrazioni, concernente “Tutela della salute e bordino del servizio sanitario della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 26 gennaio 1995, n. 5”;
– la n. 23 del 2014 recante “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale. Modifiche alle leggi regionali n. 23 del 2005, n.10 del 2006 e n. 21 del 2012”;
– la n. 17 del 2016 di “Istituzione dell’Azienda per la tutela della salute (ATS) e disposizioni di adeguamento dell’assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2006, n. 10 (Tutela della salute e riordino del servizio sanitario della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 26 gennaio 1995, n. 5) e alla legge regionale 17 novembre 2014, n. 23 (Norme urgenti perla riforma del sistema sanitario regionale)”;

viste le deliberazioni della Giunta regionale:
– n. 58/16 del 27 dicembre 2017 recante “Direttive di programmazione per le Aziende Sanitarie, ai sensi degli artt. 13 e 27 della legge regionale 28 luglio 2006, n. 10. Abrogazione della Delib.G.R. n. 50/19 deil’11.12.2007”;
– n. 3/21 del 15 gennaio 2019, di approvazione degli obiettivi delle Aziende Sanitarie per l’anno 2019;

viste le deliberazioni del Direttore generale dell’ATS:
– n. 1122 del 14 novembre 2017 concernente “Adozione degli atti di programmazione sanitaria 2018/2020, anno 2018”;
– n. 1155 del 14 novembre 2018 concernente “Adozione degli atti di programmazione sanitaria 2019/2021, anno 2019”;

atteso che il diritto alla salute ed alle cure è un diritto costituzionale incomprimibile e che a salvaguardia di questo insostituibile diritto sono stati introdotti i LEA che indicano i livelli minimi essenziali da garantire su tutto il territorio nazionale e rispetto ai quali le regioni possono individuarne di ulteriori o più elevati da finanziare con risorse proprie;

rilevato inoltre, che gli obiettivi finanziari non possono essere conseguiti a scapito della salute e della sicurezza dei cittadini o venendo meno ai Livelli minimi di assistenza individuati dalla normativa statale sopra richiamata;

considerato che devono essere individuate le aree/interventi a maggiore rischio inappropriatezza o fonte di disservizi e di “dispersione” sul piano finanziario;

posto che si pone in termini di urgenza la riorganizzazione dell’attuale rete ospedaliera al fine di rendere la stessa aderente ai bisogni del territorio, alle nome vigenti e alle necessità di razionalizzazione, ottimizzazione ed efficienza (oltre che efficacia) del sistema;

vista:
– la legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, recante “Tutela della salute e riordino del servizio sanitario della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 26 gennaio 1995, n. 5” e successive modifiche ed integrazioni;
– la legge regionale 27 luglio 2016, n. 17, concernente l’Istituzione dell’Azienda per la tutela della Salute (ATS);

richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 3/21 del 15 gennaio 2019 – Obiettivi delle aziende sanitarie per l’anno 2019, ed in particolare l’allegato alla medesima;

visto il Piano delle performance per il triennio 2019/2021, approvato con deliberazione del Direttore generale dell’ATS Sardegna n. 94 del 31 gennaio 2019;

atteso che le criticità ed i disservizi riguardano, in particolare:
– l’Unità operativa di chirurgia. Da giugno 2018 manca il primario e l’organico (che dovrebbe prevedere n. 14 medici complessivi) è ridotto a soli n. 8 medici, di cui uno usufruisce dei permessi previsti dalla legge n. 104 del 1992, un altro fruisce dei congedi politici e un altro ancora non effettua né turni notturni né festivi ne svolge attività operatoria, mentre il quarto risulta essere in malattia da circa un mese. In realtà non viene rispettato il CCNL in relazione agli orari di servizio in quanto non sarebbero in grado di garantire le urgenze di sala operatoria. In pratica, il presidio San Martino di Oristano non accoglie più i pazienti affetti da neoplasia, salvo urgenza, anche perché, di fatto è stata soppressa l’attività legata ai tumori della mammella e della tiroide. Sorgono alcuni interrogativi che è necessario proporre a chi, in loco, gestisce la struttura organizzativa: un paziente con un tumore per questa amministrazione è un urgenza? Può essere programmato? Quando e dove? Non a Oristano;
– le chirurgie di Bosa e Ghilarza sono ugualmente in grande sofferenza e, stante le disposizioni in materia, le stesse non potrebbero proprio assolvere alle urgenze; ma se un paziente arriva a Bosa con una colecistite acuta o una perforazione intestinale come deve agire il medico presente in turno? Chi è il responsabile della sua salute o della sua stessa vita?
– l’Unità operativa di medicina. Organico previsto n. 18 medici, presenti 14. Ciò in quanto risultano in carico alla Unità operativa un medico che in realtà presta servizio in cardiologia, ed un altro medico assegnato alla Direzione sanitaria, un altro è momentaneamente al Brotzu sostituito da altro medico. Altri due medici hanno ottenuto recentemente il trasferimento e non sono stati sostituiti; peraltro va sottolineato che uno di essi, insieme all’ex primario garantivano gli esami eco-color Doppler che ormai nell’Ospedale di Oristano non sono più garantiti. Un altro medico fruisce della legge n. 104 del 1992 e altri due sono esentati dai turni notturni. Si evidenzia che l’Unità operativa in argomento è stata più volte interessata da provvedimenti adottati dalla direzione della ASSL per la sostituzione delle guardie a Ghilarza e per la copertura dei turni notturni della neuro riabilitazione (momentaneamente sospesa). Tali provvedimenti, recentemente sospesi, potrebbero essere riattivati in concomitanza delle ferie estive a copertura di alcuni turni presso la medicina e soprattutto il PS di Ghilarza e di Bosa, depauperando sempre più il patrimonio umano e professionale di un reparto spesso al collasso che, dai teorici 40 posti letto, viaggia spesso con 50/60 pazienti in reparto oltre a 15 appoggi in altre Unità operative. Sono inoltre stati ridotti i posti letto delle medicine sia a Bosa che a Ghilarza ( rispettivamente da 30 a 20 e da 25 a 15). Chiediamoci, dove andranno i pazienti? A Oristano? Ma allora perché i medici vengono spostati in direzione contraria?
– l’Unità operativa di cardiologia. Organico previsto n. 14 medici, effettivi 11 più il Responsabile di struttura. Di questi solo 8 ruotano sui 3 turni giornalieri e sui festivi. Uno è l’emodinamista che essendo solo assicura il servizio dal lunedì al sabato con orario 8:00-14:00. Al Responsabile dell’Emodinamica è stata concessa aspettativa prolungata di 1 anno rinnovabile, pertanto l’emodinamica lavora per 6 ore al giorno, sei giorni su sette. I due medici che hanno garantito il funzionamento dell’emodinamica per circa 2 anni sono rientrati a Nuoro dove svolgono attività di poliambulatorio nonostante la loro qualifica e la loro comprovata capacità. L’inadeguatezza del sistema sanitario emerge nel momento in cui ci chiediamo chi garantisce per la salute del paziente colpito da infarto dopo le ore 14 che, invece che essere soccorso a Oristano, deve essere trasportato a distanza. Il medesimo servizio non può essere garantito né a Ghilarza né a Bosa. Il servizio di emodinamica, pertanto, dovrebbe rispondere ai bisogni di un territorio molto vasto, ma la risposta non può essere appropriata se è attivo solamente h 6 per 6 giorni su 7. Non solo, dalle ultime informazioni si rileva che il servizio, da qualche giorno, è chiuso privando il territorio di un servizio salvavita per numerosi pazienti. Ci dovrebbero essere 10 ambulatori, ma di solito funzionano in relazione alla presenza in turno del medico con formazione nella specifica disciplina; inoltre, le prenotazioni esterne sono spesso sospese. In realtà le prenotazioni delle visite cardiologiche sarebbero quasi venute meno;
– l’Unità operativa di radiologia. Organico previsto 14 medici, attualmente 11 al DEA mentre altre 2 unità sono dislocate alla radiologia del territorio; queste ultime non partecipano all’attività del DEA ovvero non fanno esami in urgenza né turnazioni notturne o festive. Delle 11 unità sopra indicate, una manca da aprile 2018 (in gravidanza) e mancherà ancora per un altro anno. Altre due unità non svolgono turnazioni notturne in quanto hanno figli di età inferiore ai 3 anni. Un altro medico fruisce della legge n. 104 del 1992. Un altro è stato trasferito al policlinico di Cagliari a novembre scorso e non è mai stato rimpiazzato. Continua a essere struttura complessa di radiologia diagnostica e interventistica quando l’interventistica non viene più svolta da marzo 2017. In realtà degli 11 medici attuali, uno è assente da novembre 2018, un’altra è assente per maternità e prosegue l’assenza di un ulteriore anno e altri tre non eseguono turnazioni per problemi e motivazioni diverse. A svolgere l’attività piena sono in 6. Ne consegue che:
– le macchine pesanti sono sottoutilizzate e non si eseguono, di norma, né TC (al di fuori delle urgenze), né risonanze il pomeriggio o il sabato;
– ciò comporta un incremento cronico delle liste di attesa, con agende chiuse in risonanza già da tempo;
– vi è inoltre una sola apparecchiatura TC dato che l’altra presente in ospedale è stata messa fuori uso sia per obsolescenza sia per le gravi carenze e fatiscenza dei locali dove è posizionata;
– il rischio immediato è che al momento è funzionante una sola TC e, qualora questa dovesse fermarsi per una qualunque motivazione, l’intera sanità pubblica della Provincia di Oristano sarà priva di apparecchiature diagnostica TC e RM dato che, per carenza di personale le altre due apparecchiature di Bosa e Ghilarza non vengono utilizzate, pertanto tutti i pazienti vengono dirottati di norma fuori ASSL;
– l’Unità operativa di ortopedia. Organico composto da 10 medici più il primario; di questi uno è esentato dalla sala operatoria per motivi di salute. Rappresenta l’unica ortopedia di un DEA in Sardegna che non effettua la guardia notturna sia per i numeri risicati di unità, sia per disposizioni del primario. Il personale medico, pertanto, lavora su 6 giorni con reperibilità la domenica. Alcuni di essi vanno a settimane alterne a Bosa o a Ghilarza dove svolgono un turno di 12 ore che chiaramente viene sottratto dall’orario dovuto all’ospedale di Oristano. Questa prassi venne istituita anni fa quando vi era una maggiore disponibilità di risorse umane e il reparto era accreditato con l’Università di Sassari, ed era frequentato anche da specializzandi che si recavano, insieme agli strutturati, a Bosa e Ghilarza a fare da secondi operatori negli interventi di sala operatoria; attività che ora viene svolta da un chirurgo (!?). Anche in questa Unità operativa si effettuano solo urgenze e pochi semplici interventi programmati afferenti la traumatologia, mentre quasi assenti gli interventi di ortopedia… fatta eccezione per le fratture di femore e le fratture in genere. Tutto ciò a discapito degli interventi programmati: ad Oristano, infatti, non si opera più la spalla, il ginocchio, la mano, ecc.
– l’Unità operativa di pediatria. In questo momento vi sono in organico 9 medici contro i 12 previsti. Di questi, uno è esentato dai turni notturni e festivi; un altro è a contratto concluso il 30 giugno, un altro inizia le ferie pre pensionamento ad agosto. La situazione attuale pone problemi nella copertura dei turni in concomitanza con le ferie. Sono inoltre sospesi numerosi ambulatori (es. endocrinologico), con conseguente spostamento dei pazienti verso altri ospedali fuori ASSL. L’Unità operativa in argomento, inoltre, pur non essendo formalizzato da alcun atto, assolve al compito del P.S. Pediatrico. Da qui la necessità di garantire i turni in numero adeguato al fine di poter ancora garantire il servizio ad oggi svolto;
– l’Unità operativa di nefrologia. Organico previsto n. 10 medici. Dotazione attuale: 6 medici più il primario e pertanto sono sotto organico di 3 unità. Di questi due non sono soggetti a reperibilità notturne cosi come il primario. Per un certo periodo è stato interrotto il servizio delle dialisi peritoneali recentemente ripristinato per la disponibilità garantita da un medico. I medici in servizio devono prestare tre turni a settimana a Ghilarza e uno a Bosa. Nonostante le rassicurazioni che da gennaio i turni a Ghilarza sarebbero stati ridotti da tre a uno solo, come previsto dal riordino della rete ospedaliera, i turni continuano al medesimo ritmo. Non solo, da qualche tempo il primario, in accordo con Nuoro, ha chiesto la copertura dei turni di dialisi in prestazione aggiuntiva a Macomer e Sorgono; attività estesa anche ai medici che non fanno le reperibilità a Oristano, per ragioni legate ai permessi di cui alla legge n. 104 del 1992 e alla riduzione oraria per allattamento;
– l’Unità operativa. di Endoscopia. Attualmente garantito con n. 3 medici (in passato sono stati anche 5). La riduzione numerica ha determinato l’interruzione della reperibilità notturna e festiva, pertanto l’attività è svolta nella fascia oraria 8:00-14:00 e 14:00-20:00 con conseguenti spostamenti dei pazienti (nella fascia scoperta), negli ospedali vicini, spostamenti che peraltro devono essere effettuati con mobilizzazione di medici e infermieri di reparto o di PS. Le liste di attesa infinite all’anno prossimo,

chiedono di interpellare l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale affinché attraverso il Direttore della ASSL di Oristano:
a) fornisca ogni dettaglio sulla situazione sopra descritta;
b) relazioni circa le misure adottate nell’ultimo biennio per ovviare agli annosi problemi e alle criticità sopra descritte; qualora le misure adottate non abbiano prodotto i risultati attesi, lo stesso formuli idonee proposte finalizzate al superamento, o quanto meno miglioramento, dell’attuale situazione di evidente criticità.

Cagliari, 24 luglio 2019

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