Mozione n. 50

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 50

ORRÙ – CADDEO – PIU – AGUS – LOI – STARA – ZEDDA Massimo – SATTA Gianfranco – CORRIAS – COCCO – LAI in merito alla dichiarazione dello stato di emergenza climatica.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– i cambiamenti climatici in corso nel pianeta, causati dalle attività antropiche e dall’attuale modello di sviluppo, costituiscono una seria minaccia per la biosfera, la disponibilità e l’approvvigionamento di alimenti e di acqua, le condizioni di vita e per l’economia stessa; le conseguenze a breve termine dei cambiamenti climatici possono, oltretutto, destabilizzare la comunità internazionale, alimentando tensioni e conflitti, oltre che aumentare il numero dei profughi climatici e incrementare esponenzialmente i flussi migratori;
– come sottolineato dal Gruppo intergovernativo per i cambiamenti climatici (IPCC) delle Nazioni unite nell’ultimo Rapporto speciale sul clima, pubblicato nell’ottobre del 2018, limitare il riscaldamento globale a 1,5°C richiede cambiamenti rapidi, lungimiranti, senza precedenti e oltremodo necessari se si considera che l’aumento di temperatura media globale di 1° grado centigrado ha già determinato gravi conseguenze, come l’incremento di eventi meteo estremi, l’innalzamento del livello del mare e la straordinaria contrazione del ghiaccio marino artico;
– l’accordo di Parigi sul clima, firmato il 12 dicembre 2015 da 195 paesi nell’ambito della Cop 21 ed entrato in vigore il 4 novembre 2016, si pone l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura media globale entro un grado e mezzo rispetto al livello precedente alla rivoluzione industriale e di garantire un processo di monitoraggio e revisione periodica degli obiettivi necessario a indirizzare i singoli contributi nazionali verso le finalità condivise;
– nel procedimento attuativo dell’accordo di Parigi vi sono ritardi ed esplicite resistenze da parte di alcuni fra i principali paesi responsabili delle emissioni climalteranti; la più recente Conferenza sul clima (COP24), tenutasi a Katowice nel dicembre 2018, ha purtroppo confermato la scarsa efficacia degli impegni assunti in un contesto normativo non sufficientemente vincolante, considerata la gravità dell’evoluzione climatica in corso;
– oltre all’aumento medio globale della temperatura dell’atmosfera, desta particolare preoccupazione, per quanto concerne il nostro paese, la tendenza osservata nell’area mediterranea, dove si registra un incremento della temperatura media superiore a quello globale – nel 2018 addirittura 1,58 gradi centigradi sopra la media storica secondo dati CNR, oltre a un evidente incremento dei fenomeni meteorologici estremi, dei fenomeni di desertificazione e dei disastri naturali, con costi crescenti per la comunità nazionale;
– la Sardegna deve, pertanto, rendersi protagonista di un’efficace iniziativa nei confronti del Governo affinché, in sede italiana, europea e internazionale, sia accelerata la transizione energetica e il graduale superamento dei combustibili fossili, con l’obiettivo di adeguare la risposta della comunità internazionale al drammatico livello di rischio che la comunità scientifica, ormai in maniera unanime, ha evidenziato;
– il Presidente della Repubblica, con riferimento al cambiamento climatico, ha recentemente affermato che “gli sforzi compiuti nelle diverse conferenze internazionali che si sono succedute hanno, sin qui, conseguito risultati significativi, ma parziali e ancora insufficienti. In secondo luogo, sul terreno delle concrete pratiche da parte delle istituzioni locali e nazionali, vanno respinte decisamente le tentazioni dirette a riproporre soluzioni già ampiamente sperimentate in passato con esito negativo, talvolta premessa per futuri disastri”;
– il movimento internazionale, che nella giornata del 15 marzo e del 24 maggio 2019 ha dato vita allo sciopero per il clima “Climate strike”, in grado finalmente di smuovere le coscienze, mostra l’attenzione delle nuove generazioni, che rischiano di scontare conseguenze irrimediabili per il proprio futuro, verso la questione chiave del cambiamento climatico;
– i governi di Scozia, Galles, Irlanda e Inghilterra hanno votato atti per dichiarare l’emergenza ambientale e climatica, e lo stesso stanno facendo regioni e città di tutto il mondo, come la Catalogna, Londra, Basilea, York, San Francisco, Melbourne, Edimburgo e, in Italia, Milano e Napoli; anche la Sardegna soffre gli effetti del cambiamento climatico e i conseguenti impatti negativi nei diversi settori socio-economici (fra cui agricoltura, foreste, sanità e turismo), come dimostrano le tendenze climatiche rilevate dalla metà degli anni ’50 ed evidenziate dalle ricerche CNR-LAMMA che registrano un aumento delle temperature medie in primavera e in estate, un incremento del numero delle ondate di calore e del numero di giorni con temperature critiche, una più frequente alternanza di anni o periodi con forte carenza idrica e di anni o periodi con forte disponibilità idrica, un aumento dell’irregolarità nella distribuzione temporale delle piogge, sia nella stagione secca che in quella piovosa, che favorisce eventi alluvionali;
– è ormai evidente la necessità di progettare una conversione ecologica dell’economia, a partire da un radicale mutamento nella produzione e negli usi dell’energia e da un “green new deal” in grado di coniugare traguardi di eco-sviluppo e di giustizia sociale, senza pregiudicare i cicli naturali di cui gli esseri umani sono parte integrante;

CONSIDERATO che:
– il Piano paesaggistico regionale, istituito con legge regionale n. 8 del 25 novembre 2004, i cui principi si ispirano all’uso consapevole del territorio, alla salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e alla realizzazione di nuovi valori paesaggistici integrati e coerenti, rispondenti a criteri di qualità e sostenibilità per uno sviluppo fondato su un rapporto equilibrato tra i bisogni sociali, l’attività economica e l’ambiente;
– le linee guida e gli obiettivi contenuti nel Programma regionale di sviluppo (PRS) 2014-2019, che in materia di energia mirano a rendere esecutivo il Piano energetico ambientale regionale della Sardegna (PEARS), rappresentano uno strumento pianificatorio che delinea le strategie per la gestione dell’energia in Sardegna e propone scenari energetici a medio-lungo termine attendibili e perseguibili, attraverso azioni idonee nel rispetto degli indirizzi nazionali ed europei;
– il regolamento (UE) 2018/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2018 stabilisce “la necessaria base legislativa per una governance dell’Unione dell’energia e dell’azione per il clima affidabile, inclusiva, efficace sotto il profilo dei costi, trasparente e prevedibile che garantisca il conseguimento degli obiettivi e dei traguardi a lungo termine fino al 2030 dell’Unione dell’energia, in linea con l’accordo di Parigi del 2015 sui cambiamenti climatici derivante dalla 21° Conferenza delle parti alla Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici (“accordo di Parigi”), attraverso sforzi complementari, coerenti e ambiziosi da parte dell’Unione e degli Stati membri, limitando la complessità amministrativa. Il Regolamento dichiara che “l’Unione dell’energia dovrebbe coprire cinque dimensioni: la sicurezza energetica, il mercato interno dell’energia, l’efficienza energetica, il processo di de carbonizzazione, la ricerca, l’innovazione e la competitività”;
– gli obiettivi strategici del Programma di sviluppo rurale (PSR) 2014-2020 della Regione, in particolar modo mirano a promuovere la gestione sostenibile delle foreste e la valorizzazione del sughero, stimolare e rafforzare conoscenza, competenze, metodi e pratiche funzionali alla protezione di biodiversità e alla difesa del suolo, promuovere interventi per contrastare i fattori che determinano il rischio di desertificazione e i cambiamenti climatici, stimolare conoscenze e cooperazione su un uso efficiente delle risorse, emissioni e sequestro di carbonio, trasferire conoscenza e innovazioni funzionali all’uso razionale delle risorse idriche e dell’energia e allo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili e trasferire conoscenza e innovazioni per ridurre le emissioni di gas serra e ammoniaca dall’agricoltura;
– l’obiettivo strategico del Programma operativo regionale (POR) del Fondo europeo e di sviluppo regionale (FESR) 2014-2020 della Sardegna – Asse IV “Energia sostenibile e qualità della vita” si concentra su azioni dirette alla riduzione delle emissioni di CO2 e al miglioramento della qualità della vita attraverso lo sviluppo e la razionalizzazione degli interventi di efficienza energetica nelle strutture pubbliche, la realizzazione di “reti intelligenti” per l’utilizzo delle energie rinnovabili, di sistemi di gestione integrata dell’energia e l’aumento della mobilità sostenibile nelle aree urbane;
– gli obiettivi strategici del Programma Italia-Francia marittimo 2014-2020 riguardano la prevenzione e la gestione dei rischi strettamente collegati al cambiamento climatico (rischio idrologico, erosione costiera e incendi);
– nella programmazione 2021-2027 la Commissione europea ha integrato l’azione per il clima in tutti i grandi programmi di spesa dell’Unione, in particolare relativamente alla politica di coesione, sviluppo regionale, energia, trasporti, ricerca e innovazione, politica agricola comune e politica di sviluppo, facendo del bilancio unionale un motore di sostenibilità. Per onorare l’accordo di Parigi e l’impegno a realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite, la Commissione propone che il finanziamento a favore del clima diventi una voce di spesa ancor più consistente in tutti i programmi dell’Unione, destinando almeno il 25 per cento della spesa UE al conseguimento degli obiettivi climatici,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale in Sardegna, quale assunzione di consapevolezza e responsabilità politica, coordinando e rafforzando ulteriormente politiche, azioni e iniziative volte al contrasto del cambiamento climatico, da considerare una priorità trasversale ai propri piani e programmi, alle politiche economiche e agli accordi da perseguire;
2) ad attivarsi affinché il Governo dichiari lo stato di emergenza ambientale e climatica del Paese, riconoscendo così l’esigenza di porre in essere tutte le azioni necessarie e non rinviabili volte a non compromettere il futuro delle nuove generazioni;
3) a sostenere, anche a livello regionale, nell’ambito del procedimento attuativo dell’accordo di Parigi, obiettivi più ambiziosi per contrastare il cambiamento climatico e decarbonizzare l’economia;
4) a favorire e incrementare gli investimenti sulla ricerca e lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile, sul risparmio energetico e sull’efficiente produzione dell’energia;
5) ad assumere ogni idonea iniziativa finalizzata a sollecitare la partecipazione degli enti locali alla definizione del nuovo quadro energetico e ambientale determinato dalla dichiarazione di emergenza climatica;
6) a richiedere l’esclusione dal “Patto di stabilità” delle spese e degli investimenti delle regioni e degli enti locali volti alla riduzione delle emissioni climalteranti e all’adattamento al cambiamento climatico, con particolare riguardo alle risorse finalizzate al risparmio e all’efficienza energetica.

Cagliari, 5 agosto 2019

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